World News

La presidente slovena Pirc Musar: «Chiarezza su Krsko 2. Ci sono più domande che risposte»

La presidente slovena Pirc Musar: «Chiarezza su Krsko 2. Ci sono più domande che risposte»

foto da Quotidiani locali

LUBIANA È il maggior investimento dal punto di vista economico in programma nel prossimo decennio, considerato strategico dalle autorità al potere, come anche dall’opposizione. Ma su Krsko 2, il nuovo reattore che la Slovenia mira a realizzare in un prossimo futuro, c’è bisogno di più chiarezza e trasparenza. E soprattutto di maggior conoscenza da parte dei cittadini, condizione per una scelta consapevole.

È il succo del forte richiamo lanciato dalla presidentessa slovena Nataša Pirc Musar, che questa settimana – per la prima volta – ha deciso di farsi sentire sulla questione del nucleare. La leader slovena con una nota ufficiale e con un video diffuso dalla presidenza, chiede chiarezza informativa «dettagliata, onesta e imparziale» sul futuro nuovo reattore, una questione-chiave per la sicurezza energetica, ma anche per i conti pubblici.

Pirc Musar, ha voluto chiarire che è «una sostenitrice dell’energia nucleare» e «appoggia l’intenzione dei membri del Parlamento di adottare una risoluzione» sul suo «uso pacifico». Al contempo è una supporter «della costruzione di una nuova centrale» nel Paese. Ma c’è un problema: la presidentessa slovena ha infatti la netta sensazione che «i cittadini ne sappiano poco e ciò non è giusto». Come chiarire il tema?

Pirc Musar ha, di fatto, reso pubbliche cinque domande che dovrebbero far luce su Krsko 2. La prima è diretta al governo e alla maggioranza, che si starebbero focalizzando solo sul referendum consultivo, previsto in autunno, sul sostegno «di principio» all’energia nucleare, senza invece che si parli della ben più importante consultazione promessa dalla maggioranza proprio sul progetto del secondo reattore, beninteso sulla base di tutti i dettagli dell’investimento.

Seconda domanda, ancora più diretta: «Siamo sicuri che possiamo fronteggiare i rischi finanziari» derivanti da Krsko, si è chiesta Pirc Musar, un chiaro riferimento al “conto”, che alcuni stimano di 16 miliardi di euro, prima di vedere il nuovo reattore in funzione, ha riportato l’agenzia slovena Sta.

Non è finita. Secondo la presidentessa, bisognerebbe discutere e ragionare anche sul futuro «prezzo dell’energia» che gli sloveni pagheranno dopo l’entrata in funzione di Krsko 2, perché potrebbe pure esserci il rischio che importarla dall’estero sia alla fine più economico. Inoltre, tenuto conto dei costi di realizzazione dell’impianto atomico, forse non sarebbe un male provare a immaginare che la Slovenia possa sopravvivere «senza nucleare», l’ha buttata là Pirc Musar.

Infine, un’altra questione delicatissima, spesso trascurata, quella delle scorie. Ed è irrisolta, anche per quelle della centrale ora in funzione. Domande, quelle poste all’opinione pubblica e alle autorità, «che non sono per un circolo ristretto di specialisti, ma per la gente che paga di tasca propria sia i grandi progetti sia i grandi errori dei politici», ha infine chiarito la leader slovena.

Come trovare le risposte? Pirc Musar ha suggerito che possa servire una promessa convincente di organizzare un referendum in più sul progetto, quando tutti i dettagli saranno chiari. Nel frattempo, chi governa si muova. «Un politico lavora per le prossime elezioni, uno statista per le future generazioni. Vi chiedo di agire come statisti in questo processo che porterà a prendere una decisione storica e difficile», ha chiosato Pirc Musar – suggerendo però che al momento ci sono più domande che risposte, su Krsko 2.

Читайте на 123ru.net