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Superbonus, in aula continua la battaglia nella maggioranza



Si alza la tensione in Parlamento. Oggi si dovevano votare i subemendamenti in modo da far arrivare domani in Aula il testo sul superbonus. Ieri Forza Italia sul piede di guerra aveva dichiarato di star lavorando a degli emendamenti, da presentare oggi, per eliminare la retroattività sulla nuova misura del bonus 110% e per posticipare l’entrata in campo della sugar tax. La giornata non è stata priva di colpi di scena. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti espresso parere contrario ai subentranti di Forza Italia all'emendamento governativo sul Dl Superbonus che intervenivano sulla retroattività dell'allungamento a 10 anni delle detrazioni del 110% e il relatore del testo, Giorgio Salvitti, ha riferito che dopo la pausa delle 18 si riprenderà a votare gli emendamenti all'articolo 7, 8 e 9, procrastinando invece, per ora, il nodo della retroattività del superbonus che è contenuto all’articolo 1. La questione sulla retroattività, ricordiamo, prevede di allungare obbligatoriamente da quattro a 10 anni la detraibilità dei crediti e ha valenza a partire dal 2024. Questo implica che chi ha lavori a cavallo tra il 2023 e 2024 avrà due diverse compensazioni. Mentre per tutti quelli che hanno iniziato i lavori dal 1° gennaio di quest’anno, se l'emendamento non dovesse cambiare, la detrazione sarà spalmata su 10 anni.

Il tema sollevato da Forza Italia sta inevitabilmente caratterizzando il dibattito parlamentare visto che, dopo la risposta del Mef, si è anche ipotizzato il non riuscire a trovare una sintesi in commissione con la possibile soluzione di un voto contrario in Aula: “In una coalizione metodo e dialogo non devono mancare, mai. Noi andiamo avanti con le nostre battaglie non negoziabili", dichiara Alessandro Cattaneo, capo dei dipartimenti di Forza italia ad Affari Italia aggiungendo che stiamo “valutando, non è escluso” di votare contro in aula al Senato nel caso in cui non ci fossero modifiche al provvedimento del superbonus. Modifiche che sarebbero possibili solo nel caso in cui si trovassero le coperture finanziarie necessarie: “da parte di Forza Italia vanno bene (le contestazioni), anche noi siamo apertissimi a soluzioni diverse, se si trovano le risorse. Togliere questo emendamento del Mef vale complessivamente circa 12 miliardi. Si può ragionare di tutto. Il taglio del cuneo fiscale per un anno vale circa 10 miliardi”, ha dichiarato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'attuazione del programma di governo, a margine dell'incontro con la Confcommercio a Roma, sulla questione del superbonus.

Da sottolineare che questo continuo cambio e irrigidimento delle regole a distanza ravvicinata miete vittime nuove ogni volta, sia tra le imprese che tra i contribuenti che rimangono impigliati nelle maglie delle ultime novità fiscali sul bonus 110%.

Arriva un nuovo fondo per il superbonus

Per affrontare il problema dei crediti fiscali delle banche relativi ai bonus edilizi, si sta valutando, nell’ambito delle interlocuzioni tra intermediari e governo, la creazione di un veicolo finanziario specializzato, che si dovrebbe chiamare Fondo di acquisto crediti edilizi (Face). Questo strumento, secondo il Centro studi di Unimpresa, sarebbe istituito per acquistare i crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, come il superbonus 110%, dalle banche e sarebbe capitalizzato attraverso una combinazione di investimenti pubblici e privati. Il governo dovrebbe fornire una parte del capitale iniziale, mentre il resto potrebbe provenire da investitori istituzionali, fondi pensione e altri investitori privati. Quando al funzionamento, il Face acquisterebbe i crediti fiscali dalle banche a un prezzo concordato, che rifletterebbe una valutazione del rischio adeguata. In questo modo si andrebbero a liberare gli istituti di credito, migliorando così la loro liquidità e il bilancio. Il processo di riscossione sarebbe gestito da una squadra di specialisti in gestione crediti e fiscalità.

Sugar tax

Sulla tassa sullo zucchero, che in una prima bozza, sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2024, il clima è molto più sereno e sembra che l’accordo lo si stia trovando. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’evento della Verità ha sottolineato come “Stiamo facendo in queste ore uno sforzo per cercare, molto faticosamente, una copertura finanziaria per rinviare l'entrata in vigore (della sugar tax),al primo di gennaio del 2025. Credo che alla fine ci arriveremo però credo che non sia questo il tema centrale della politica economica di questo Paese".

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