Ultima Generazione non dà tregua: vernice nera sul Ministero della Giustizia e farneticazioni su Nordio (video)
Dopo l’invasione di campo agli Internazionali di tennis; e dopo che una trentina di loro, sabato pomeriggio, hanno bloccato il Muro Torto in direzione piazzale Flaminio, all’altezza del ponte che attraversa Villa Borghese. Giusto a ridosso del blitz eseguito nella centralissima Via Condotti, questa mattina, intorno alle 10.00, gli scalmanati di Ultima Generazione – quattordici persone aderenti alla campagna Fondo Riparazione – hanno nuovamente seminato caos e tensioni a Roma con un attacco al Ministero della Giustizia in Via Arenula. Un manipolo di attivisti hanno imbrattato le colonne poste all’entrata del dicastero spruzzando con un estintore vernice nera, mentre altri di loro appendevano manifesti sparsi che recitavano articoli della Costituzione e eventi climatici straordinari del 2023 (di seguito il video postato da Italpress su Youtube del blitz di questa mattina).
Blitz di Ultima Generazione al Ministero di Grazia e Giustizia
Sul posto sono arrivati tempestivamente gli agenti del Reparto Mobile, del commissariato Trevi, la Digos e la polizia scientifica. I sei sono stati portati in commissariato. Il motivo di quella che chiamano “disobbedienza civile”, ma che di civile ha davvero poco considerate le tensioni e i danni che arrecano ad ogni nuova incursione, è sempre la stessa. La medesima che propagandano a inizio e fine della contestazione. E per cui rimandano all’appuntamento in Piazza del Popolo per il primo ottobre: la richiesta di un fondo per rimediare ai danni delle “catastrofi climatiche”.
Il ministero di Giustizia faccia rispettare l’art.9 della Costituzione
Stavolta, nel mirino delle pretese Ultima Generazione ha pensato di centrare il Guardasigilli Nordio, destinatario della loro ultima, veemente richiesta: «Con l’azione di disobbedienza civile di oggi pretendiamo giustizia climatica e sociale», ha detto Tommaso, 30 anni, operaio agricolo. «Pretendiamo – ha poi proseguito l’attivista – che il ministro faccia rispettare l’articolo 9 della Costituzione che cita «La Repubblica [… ] tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». Una rivendicazione a cui sono seguite una serie di farneticazioni politiche e persino le istruzioni per l’uso su come e dove reperire i fondi.
Pretese e “istruzioni per l’uso” dettate dagli eco-vandali per Nordio
E allora: «Abbiamo bisogno di un piano di adattamento che sia in linea con la reale emergenza che sta affrontando il nostro Paese – si legge in una nota degli eco-vandali che riporta Italpress –. La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari».
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