No alla tirannia della media, che schiaccia clienti e prodotti: l’impresa personalizzi l’offerta
Nel mondo della gestione aziendale, i pochi piccoli imprenditori che basano le loro analisi su numeri e non solo sull’intuito (il famoso “fiuto imprenditoriale”) hanno spesso preso decisioni strategiche utilizzando la “media” per valutare performance e sviluppare prodotti. Tuttavia, è giunto il momento di riconoscere che la media non è più un parametro valido per comprendere l’individualità e le esigenze uniche delle persone.
La media ha radici profonde nella storia della statistica e della gestione aziendale. Introdotta per comprendere e analizzare grandi quantità di dati, è stata usata per prendere decisioni basate su ciò che rappresentava la maggioranza delle persone. Questo approccio ha portato a una “tirannia della media”, dove le individualità sono state schiacciate e le esigenze specifiche ignorate. La standardizzazione derivante dall’uso della media ha semplificato la produzione di massa, permettendo alle aziende di creare prodotti in grandi quantità a costi ridotti, ma ha trascurato le esigenze specifiche degli individui.
Ogni persona è unica e ogni impresa è unica. Questo è il primo e fondamentale principio dell’individualità. In un mondo dove le aziende spesso cercano di categorizzare e segmentare i clienti in gruppi omogenei, è cruciale riconoscere che ogni individuo ha bisogni, preferenze e desideri distinti. Questo implica un cambiamento radicale nel modo di pensare ai clienti: non più come semplici numeri o parte di una statistica, ma come esseri umani unici con storie, aspirazioni e bisogni propri.
Utilizzando i dati raccolti da vari punti di contatto con i clienti, le aziende possono creare esperienze su misura che rispondano precisamente ai bisogni di ogni persona. Questo non si limita solo ai prodotti, ma si estende anche alla reportistica, ai servizi, alle comunicazioni e alle esperienze complessive del cliente. La personalizzazione richiede l’implementazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, ma anche semplicemente l’uso del concetto statistico della devianza (o scarto quadratico medio).
La devianza misura quanto i dati si discostano dalla media. In parole semplici, indica quanto sono sparsi i numeri rispetto al valore medio. Più è alta la devianza, maggiore è la dispersione dei dati, ossia la variabilità. Se è bassa, i dati sono più vicini tra loro. Questo aiuta a capire la stabilità o la variabilità di un insieme di dati. La devianza aiuta gli imprenditori a sconfiggere la tirannia della media, evidenziando la variabilità dei dati oltre la semplice media. La media può nascondere estremi e anomalie, mentre la devianza rivela quanto i dati sono dispersi. Ad esempio, se un imprenditore valuta i tempi di consegna e la media è 5 giorni, ma la devianza è alta, significa che ci sono consegne molto più rapide o molto più lente. Conoscere questa variabilità permette di migliorare i processi, pianificare meglio e ridurre rischi, offrendo una visione più completa e accurata delle prestazioni aziendali.
Nell’era digitale, i dati sono spesso descritti come il “nuovo petrolio”. Questa metafora sottolinea il valore cruciale dei dati come risorsa fondamentale per il successo aziendale. Tuttavia, molte piccole imprese non sanno raccogliere, analizzare e utilizzare i dati, perdendo così un vantaggio competitivo significativo. La capacità di trasformare i dati in insight utili permette di personalizzare l’offerta e di prendere decisioni più informate.
Lavoriamo da anni per garantire ai piccoli imprenditori un mondo “su misura”, dove le analisi e le strategie per prodotti e servizi sono creati specificamente per soddisfare le esigenze individuali. Questo approccio richiede un cambiamento culturale nelle organizzazioni, che devono passare dalla gestione standardizzata (con evidenti colpe anche dei “classici” consulenti) ad una personalizzata. Le aziende che abbracceranno questo cambiamento saranno quelle che prospereranno in un mondo sempre più competitivo e complesso
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