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Aggressioni e rapine a Trieste: «Sempre più minori ricorrono al Burlo»

TRIESTE L’emergenza della violenza giovanile trova conferma anche nei dati sanitari. Quelli del Burlo, dove finiscono i ragazzini aggrediti, accompagnati dai genitori per medicare le lesioni e refertarle. In questi ultimi tre-quattro mesi il Pronto soccorso ha registrato un incremento degli accessi per risse, pestaggi e colluttazioni: la media oscilla tra i cinque o i sei ragazzini alla settimana portati all’ospedale a causa delle violenze subite in strada. Quasi uno al giorno. Le prognosi, a parte i fatti più gravi come l’accoltellamento di un mese fa al Ciofs di via dell’Istria, sono spesso di pochi giorni.

Non era mai accaduto, prima d’ora, che l’ospedale di via dell’Istria dovesse fronteggiare un fenomeno del genere, evidentemente indicativo di una certa piega che sta prendendo anche a Trieste.

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Aggressioni tra ragazzini

«Le aggressioni tra ragazzini di età compresa tra i 12 e i 18 anni – osserva il primario del Pronto soccorso del Burlo, il dottor Alessandro Amaddeo – rientrano nel più ampio contesto del disagio giovanile che anche a Trieste, in particolare dopo il Covid, si è accentuato e comprende anche altre problematiche che determinano gli accessi in ospedale: abuso di sostanze e alcol, disturbi alimentari e dell’umore o l’autolesionismo. C’è quindi un incremento degli accessi per le violenze ma ciò, ripeto, va circoscritto in un contesto di disagio più generale. L’impressione è che in quella fascia d’età un po’ tutto questo sia effettivamente aumentato. Per quanto riguarda nello specifico le aggressioni, parliamo di ragazzini soprattutto delle scuole superiori ma abbiamo visitato anche adolescenti che frequentano le medie. Come personale sanitario – aggiunge il direttore del reparto – abbiamo l’obbligo di refertare le violenze e la documentazione viene poi inviata all’autorità giudiziaria».

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La punta dell’iceberg

Quasi una visita al giorno in Pronto soccorso, dunque. Un numero che, tuttavia, non fotografa pienamente la realtà dei fatti. L’impressione è infatti che si tratti solo della punta dell’iceberg di ciò che accade davvero, perché molti ragazzini non raccontano a casa ciò che subiscono. Non sempre, inoltre, le aggressioni determinano ferite, ecchimosi o altri segni evidenti che possano allarmare i genitori. In molti casi i soprusi si traducono soprattutto in minacce verbali, spintonamenti, intimidazioni e atti di bullismo.

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Le bande

Queste bande, che spesso girano con coltelli e spray urticanti, pretendono soldi, a volte qualche pochi spiccioli o anche solo la merendina nello zaino. O, ancora, rubano cellulari e orologi. Costringono le vittime a consegnare le maglie che indossano, i giubbotti, le scarpe firmate, il cappellino. Talvolta sono comportamenti che tracimano in colluttazioni, pestaggi o vere e proprie risse, che poi i ragazzini raccontano ai genitori. In pochi casi questi fatti vengono riferiti alle forze dell’ordine e quindi formalizzati in denunce.

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Le zone critiche

Ma per questi adolescenti è un incubo. Non a caso i Carabinieri e la Polizia locale hanno disposto un pattugliamento fisso in una delle zone in cui negli ultimi giorni il fenomeno si è manifestato con particolare urgenza: l’esterno della scuola media Bergamas, in via dell’Istria, dove si sono verificati vari episodi del genere. Ma è l’intero rione di San Giacomo che è alle prese con le bande di violenti, soprattutto di origine straniera (ma non solo), che imperversano nei giardini, in strada o anche nei pressi dell’oratorio dei Salesiani. Così in piazza Goldoni, Valmaura, piazza Perugino, piazza Garibaldi e, nei weekend, in zona Rive, piazza Hortis e piazza Unità. Sono state documentate rapine, pestaggi e minacce a ripetizione. —

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