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A Treviso in due serate 15 passeggeri sul bus notturno a chiamata  

A Treviso in due serate 15 passeggeri sul bus notturno a chiamata 


 

foto da Quotidiani locali

Sono stati quindici i trevigiani che hanno approfittato del bus notturno “on demand” lanciato venerdì da Mom e Comune. Sei nelle quattro ore di servizio a chiamata di venerdì sera, nove in quello di sabato. Pochi, certo. E non inosservati nella mente di chi dovrà, un domani, far quadrare i conti. Ma trattandosi del primo fine settimana di sperimentazione ogni bilancio sarebbe ingiusto.

I primi a voler guardare avanti sono infatti anche i sindacati che promuovono l’iniziativa e le garanzie di sicurezza attivate da Mom per gli autisti a lavoro di notte.

Il servizio

Funziona venerdì e sabato dalle 8.30 alla mezzanotte. Le richieste di corse si possono fare tramite App o telefono. La corsa, effettuata con navette ad hoc, costa come tutte le altre e preleva il passeggero da una fermata portandolo fino alla fermata più vicina al luogo di interesse, ovviamente nel territorio urbano.

Venerdì e sabato non sapendo cosa aspettarsi Mom aveva messo in servizio tre navette, come annunciato. Non sono servite. Il cervellone che gestisce il servizio guidando gli autisti in base alle richieste e definendo i tragitti non ha lavorato granchè, ma nemmeno nulla.

Ha sperimentato anche la prima chiamata a vuoto, di un passeggero che aveva chiesto il trasporto ma alla fermata non c’era.

«Calma, ma intanto bene»

A non voler fare bilanci sono i lavoratori . «Si tratta di un progetto che viene sperimentato per la prima volta, quindi va diffuso e capito» dice Stefano Bergamin della Cisl, «ha potenziale e il fatto che ci siano stai i primi passeggeri redo lo dimostri».

Da parte sindacale, visti i tanti episodi di violenza che hanno avuto come vittime autisti e personale di bordo e denunciati anche dalla stessa azienda, la prima promozione va «alle garanzie di sicurezza avviate dalla Mom per fare il servizio» prosegue il sindacalista, «ovvero solo mezzi dotate di “panic button” (il pulsante che attiva l’immediata chiamata alle forze dell’ordine e la localizzazione del mezzo, ndr), videocamere e l’occhio di riguardo chiesto dall’azienda a polizia e carabinieri».

Il nodo costi

Questa prima sperimentazione estiva del servizio notturno “on demand” è frutto di un finanziamento per lo sviluppo del trasporto pubblico sostenibile. Grazie a questi fondi Mom, in accordo con il Comune di Treviso, di Villorba e Vittorio Veneto, ha attivato tre diverse modalità di “bus a chiamata”.

Quella notturna su Treviso è anche frutto del lungo dibattito sull’assenza di servizi urbani dopo le otto. Se oggi è pagata, domani si dovrà ri-pagare. Ed è impossibile non avere ben chiaro che i 30 euro incassati in questo fine settimana (2 euro per 15 biglietti) non bastano certo a ripagare il lavoro straordinario del personale, il carburante e tutte le voci di costo che pesano sul weekend di bus a chiamata. Gli incassi devono moltiplicarsi.

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