Boom della cucina italiana: Numeri record nel 2023
La cucina Made in Italy è in vetta, in Europa e nel mondo. I numeri del 2023 parlano chiaro: 240 miliardi di euro di volume d’affari a livello globale e i 41 miliardi di euro nel Vecchio Continente (report Foodservice market monitor di Deloitte). Va sempre meglio, anno dopo anno e ci sono fette di mercato che hanno ancora ampi margini di sviluppo, quello delle catene e dello street food. Le previsioni, dunque, sono di un’ulteriore crescita per la ristorazione che però, deve cambiare, aggiornandosi alle nuove abitudini post-pandemia.
Guardano al full service restaurant (cioè il ristorante tradizionale con servizio al tavolo) in Europa l’incremento dell’Italia è stato quasi del 10% nel 2023. A livello mondiale quei 240 miliardi di euro di giro d’affari, contro i 228 miliardi del 2022, significano che la cucina italiana rappresenta il 19% del mercato del full service restaurant che globalmente è arrivato a oltre 2700 miliardi di euro. È un incremento del 5,4% e soprattutto l’Italia ha sorpassato così i valori pre-Covid, quando i miliardi erano 236. Sono dieci i Paesi che gestiscono il 77% del settore. Cina e Stati Uniti, gli altri due giganti, valgono 152 miliardi di euro. La maggior presenza dei ristoranti italiani nel mondo si concentra negli Stati Uniti (il 35%), in Germania e Brasile (23% in entrambi i casi).
Al boom del settore contribuisce sicuramente la crescita intorno al 10% annuo delle catene, che ormai sono un terzo del mercato globale del foodservice. L’aumento della presenza delle catene c’è soprattutto nelle zone dell’Asia-Pacifico (+14,7%) e in Europa (+12,2%). E qui l’Italia gioca diversamente. Le catene nel nostro Paese non sfondano. Crescono è vero, ma sono solo il 10%, contro il 35% del resto del mondo. E se ovunque catena vuol dire in sei casi su dieci quick service restaurant, da noi si tratta di cinque catene su dieci. È qui quindi che si prevedono ancora ampi margini di sviluppo nel nostro Paese.
E il futuro? La stima è sicuramente di crescita. Il foodservice dovrebbe arrivare a 3370 miliardi di euro nel mondo entro il 2028. E a trainare, oltre alle catene, sarà lo Street Food, per cui è atteso un incremento annuo del 5,5%.
Ma protagonista, sempre di più, del boom della ristorazione sarà il nuovo comportamento del cliente. Con il post pandemia e lo sviluppo dello smartworking e della settimana corta ci sono nuove richieste, che il settore sta cavalcando e che deve tenere in considerazione per continuare a crescere. Innanzitutto, oggi si vuole sempre più l’eatertainment, cioè l’offerta di intrattenimento al ristorante con un fitto calendario di eventi e animazione oltre alla cucina. E poi è emerse con forza lo snacking, la tendenza dei clienti a preferire piccoli pasti durante la giornata invece di quelli più tradizionali. Questo spinge i ristoratori verso una revisione degli orari di lavoro, quindi un cambiamento organizzativo. Un mercato che sta bene insomma e che cresce, ma che sta anche cambiando.