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A Torino il primo processo italiano per inquinamento ambientale colposo: gli imputati “eccellenti” e le accuse

Per la prima volta in Italia si terrà un processo penale per inquinamento ambientale colposo nei confronti degli amministratori pubblici regionali e comunali che hanno avuto una responsabilità sulla qualità dell’aria. Martedì mattina a Torino, ci sarà la prima udienza del processo “Smog”. Sette gli imputati, tra i quali gli ex sindaci Piero Fassino e […]

L'articolo A Torino il primo processo italiano per inquinamento ambientale colposo: gli imputati “eccellenti” e le accuse proviene da Il Fatto Quotidiano.

Per la prima volta in Italia si terrà un processo penale per inquinamento ambientale colposo nei confronti degli amministratori pubblici regionali e comunali che hanno avuto una responsabilità sulla qualità dell’aria. Martedì mattina a Torino, ci sarà la prima udienza del processo “Smog”. Sette gli imputati, tra i quali gli ex sindaci Piero Fassino e Chiara Appendino e l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino. Dovranno rispondere del reato di inquinamento ambientale colposo per il periodo 2015-2019. Secondo l’accusa, non avrebbero adottato misure efficaci per evitare il continuo sforamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti nell’aria stabiliti dalla legge, sforamenti che hanno determinato, secondo i consulenti tecnici della Procura della Repubblica, oltre mille morti premature e numerosi ricoveri ospedalieri. Un processo pioniere a livello italiano. Non era mai accaduto prima che i rappresentanti di un ente pubblico venissero rinviati a giudizio per questo reato. In passato altre inchieste in altre città non avevano superato il vaglio del giudice.

Tutto nasce da un esposto presentato sette anni fa dal presidente del comitato Torino Respira Roberto Mezzalama: “Provavo una grande frustrazione personale nel vedere crescere i miei figli in una delle città più inquinate d’Europa” racconta al telefono al ilfattoquotidiano.it Mezzalama che da anni è impegnato nel monitoraggio civico dell’inquinamento e nell’attività di sensibilizzazione sui temi ambientali nelle scuole. “Era un giorno di febbraio, stavo pedalando in mezzo allo smog, l’aria era talmente inquinata che si poteva tagliare con un coltello e così ho deciso di coinvolgere gli amici avvocati e dopo un lavoro tecnico e giuridico piuttosto approfondito abbiamo deciso di depositare l’esposto”.

Il tema centrale è che “sui siti del Comune e della Regione erano pubblicate relazioni degli epidemiologi dell’ARPA che parlavano chiaramente di molte centinaia di morti a causa dello smog ogni anno. Quindi era evidente come gli amministratori fossero perfettamente a conoscenza della situazione, ma non stessero affatto prendendo le decisioni necessarie a risolvere il problema, anzi”. Così nasce l’idea di presentare l’esposto. “Anche perché se la politica da sola non affronta questi temi, occorre bisogna portare la discussione su un altro piano, quello legale”. E come spesso accade anche in altri campi “purtroppo i cittadini e la magistratura arrivano prima della politica”.

Il comitato Torino Respira ha dato il suo contributo allo sviluppo delle indagini – chiuse poco meno di un anno fa – con diverse memorie di approfondimento sui rischi dello smog. “Gli effetti dell’inquinamento si manifestano sia sul breve sia sul lungo periodo – ricorda Simona Ferrero, dottoressa in Medicina interna all’Ospedale Molinette e membro del comitato Torino Respira – sui bambini vi sono danni quali l’aumento delle infezioni alle basse vie respiratorie, l’aumento delle riacutizzazioni di asma e sembrerebbe esserci una probabile associazione con un ritardo dello sviluppo neurocognitivo. E dall’altro lato esisterebbe anche un’associazione probabile con lo sviluppo di malattie neurocognitive come l’Alzheimer”. E così martedì mattina si aprirà un processo storico per il mondo dell’ambientalismo italiano. E il comitato Torino Respira chiederà di costituirsi parte civile per portare anche in sede processuale il proprio contributo scientifico.

“Se il Tribunale di Torino deciderà di proseguire il processo, nelle udienze successive si aprirà un confronto molto importante tra accusa e difesa” aggiunge l’avvocato del Comitato Marino Careglio. Un processo che sarà utile anche per “comprendere le ragioni del grave stato di inquinamento dell’aria di Torino, i danni alla salute provocati dallo smog e anche le eventuali responsabilità di coloro che avevano il compito di tutelare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini”. Di tutto questo si parlerà durante le prossime udienze mentre fuori dalle aule di tribunale il Comitato Torino Respira continuerà a portare avanti le sue campagne di monitoraggio civico dell’aria attraverso la distribuzione di campionatori e l’analisi dei dati dal basso. “La prossima azione partirà il 26 giugno – conclude Mezzalama – per ricordare che lo smog uccide anche d’estate”. L’obiettivo è quello di raccogliere i dati sull’ozono, un inquinante presente soprattutto d’estate ed è in crescita, anche a causa del riscaldamento globale.

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