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Svolta nell’omicidio del giardiniere di Paderno del Grappa: c’è la premeditazione

Svolta nell’omicidio del giardiniere di Paderno del Grappa: c’è la premeditazione

foto da Quotidiani locali

Svolta nell’inchiesta dell’omicidio del boschetto a Paderno del Grappa.

La procura dei Minori di Venezia ha emesso il decreto di giudizio immediato contestando al giovane reo confesso dell’omicidio di Bledar Dedja, il giardiniere di 39 anni di origine albanese, trovato senza vita nella mattinata del 21 gennaio nel boschetto di via Dei Carpini, l’accusa di omicidio volontario con premeditazione.

Dunque, dopo che, qualche giorno fa, il gip del tribunale dei Minori aveva rigettato la richiesta di sostituzione della misura cautelare del carcere con l’affido ad una comunità, formalizzata dalla difesa dell’indagato, diventato nel frattempo maggiorenne, ecco un nuovo colpo di scena.

La procura ha deciso di percorrere la via del rito immediato, evidentemente ritenendo che le prove raccolte in fase di indagine sono più che sufficienti per l’incriminazione e il processo.

Del resto, pur non essendo stato trovato il coltello, usato per ammazzare il giardiniere albanese, lo stesso ragazzo aveva confessato il delitto, raccontando il retroscena che aveva indotto il 18enne a presentarsi all’appuntamento con il 39enne albanese, armato di coltello. Un delitto, secondo la procura dei minori, premeditato. La famiglia di Dedja è pronta a costituirsi parte civile con l’avvocato Guido Galletti. La prima udienza è stata fissata per il 1° ottobre.

Il giovane di Crespano (difeso dall’avvocato Elisa Berton) rimane, quindi, rinchiuso nel carcere minorile di Santa Bona in attesa del processo. Il diciottenne aveva conosciuto Bledar oltre un anno fa durante un periodo passato in alternanza scuola-lavoro nella pizzeria in cui l’albanese lavorava come tuttofare. Tra i due era nata una frequentazione, che però il ragazzo aveva poi voluto interrompere. Il giovane stesso aveva spiegato, nel corso di un interrogatorio, come si fossero sviluppati i rapporti con la vittima: dal primo incontro in un locale della provincia di Treviso dove Dedja lavorava come giardiniere e dove lui c’era finito per adempiere a un progetto di alternanza scuola lavoro all’ultimo appuntamento di sabato 20 gennaio scorso, deciso da “Grindr”, un’app d’incontri per gay simile al più celebre Tinder.

Il giorno del delitto, il minorenne e il giardiniere avevano inserito i propri dati su “Grindr”. Era stata poi l’app, che si basa sulla geolocalizzazione degli utenti, a incrociare i profili di Bledar e della minorenne e a proporre il contatto.

Attraverso la piattaforma, poi, i due si erano accordati per trovarsi nel pomeriggio in piazza a Paderno. Da qui, a bordo dell’auto del giardiniere albanese, si erano spostati nel boschetto di via Colli, dove avrebbero dovuto consumare un rapporto sessuale.

Perché allora portare il coltello con sé all’appuntamento? Per mettere probabilmente fine ad un ricatto e per uscire da un gioco che lo stava ormai travolgendo? O perché in un incontro precedente Bledar era andato oltre? Un particolare che è costata l’accusa della premeditazione.

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