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A Borgo San Sergio si cerca ancora Bruno ovunque, il figlio: «Aiutatemi a trovarlo»

TRIESTE Il campo base è allestito in via don Cenati, ai piedi di piazza XXV Aprile. Da lì il via vai di mezzi dei Vigili del fuoco e della Protezione civile è continuo. Si cerca ancora Bruno Makarovic, l’82enne sparito ormai da sei giorni. Uscito dalla casa di riposo Santa Barbara di via Maovaz, non ha fatto più ritorno. In queste ore si farà un punto sulle ricerche, per capire i prossimi passi da compiere.

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Le ricerche

Lunedì mattina le squadre di ricerca hanno passato in rassegna giardini, orti e garage del rione, le aree definite tecnicamente “antropizzate”. L’ispezione si è concentrata anche attorno a via Rosani, dopo che la postina del quartiere ha segnalato di averlo visto giovedì mattina in quella zona. Ma l’indicazione non ha avuto riscontro. Così come alcuni avvistamenti segnalati al 112.

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La zona boschiva

Nel pomeriggio, invece, il gruppo operativo di Trieste dell’associazione nazionale Polizia di Stato ha ribattuto la parte boschiva dietro alla residenza per anziani, fino a raggiungere la parte alta di via di Peco. Un’area molto ampia, che di fatto arriva fino ai piedi di Cattinara e già ispezionata nei giorni scorsi, ma senza esito positivo. Cercare una persona che magari è caduta, è immobile a terra, in difficoltà, in quella parte boschiva, con sentieri, sterpaglie, vegetazione molto fitta, spazi recintati, è come cercare un ago in un pagliaio. Quell’angolo di Trieste è stato passato palmo a palmo dai Vigili del fuoco, dalla Polizia, dalla Protezione civile, dalle squadre cinofile della K9 isontina rescue, e sorvolata da droni e un elicottero. Di Bruno però non c’erano tracce.

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Le immagini di videosorveglianza

La Questura intanto ha acquisito le immagini di altri dispositivi di sorveglianza della zona, allargando sempre di più il raggio di azione. Per ora l’anziano compare solo in un breve frame catturato dalla telecamera della società Estcom, che ha sede accanto alla residenza Santa Barbara. Quel video testimonia che Bruno è uscito da quella struttura per anziani alle 17.52. Scende lungo via Maovaz e poi scompare.

Da inizio anno l’uomo si era già allontanato da quella casa di riposo tre volte. In un caso era stato ritrovato vicino al PalaTrieste, l’altra in Largo Barriera, mentre una terza volta era rientrato autonomamente nella struttura, raccontando di essere stato nel bosco: ha sempre amato raccogliere funghi e “bruscandoli”.

La casa di riposo

La casa di riposo ha un recinto. Il portoncino d’ingresso viene sempre chiuso. Per aprirlo o si è dotati delle chiavi o serve azionare un pulsante dietro al bancone sistemato all’ingresso della struttura. Che Bruno potrebbe avere individuato. E mercoledì sera, dopo cena, mentre le operatrici erano impegnate a portare nelle loro stanze gli altri ospiti, magari dedicando maggiori attenzioni a quelli più in difficoltà, lui ha approfittato per uscire.

Quella sera ha avuto a disposizione oltre due ore di luce, poi è calato il buio e nel corso della serata ha piovuto, anche abbondantemente. È rimasto bloccato da qualche parte nel bosco di via Peco? Si è perso? O dopo un primo girovagare è salito su un autobus e ha raggiunto un’altra zona della città?

L’appello del figlio

Il figlio Michele e sua moglie Assunta, supportati dall’associazione Penelope, non si danno pace. Si alternano al campo base, si spingono a loro volta tra sentieri e viuzze alla ricerca dell’anziano. «Non so più cosa fare, dove cercare – ammette il figlio sconfortato – e invito tutti a guardare la foto che abbiamo diffuso e a tenere gli occhi aperti, perché papà potrebbe, a bordo di un bus, aver raggiunto ogni zona della città. Allo stesso modo – aggiunge – chiedo a chi ha dei terreni nella zona di via Peco, magari non visitati da un po’, di andare a ispezionarli».

Bruno soffre di demenza senile – non è affetto da altre patologie e non fa uso di farmaci salvavita – ha memoria delle cose passate, dei suoi genitori ad esempio, di quando era giovane, ma non degli anni più recenti. Per questo sono state battute anche le zone dove viveva in passato e quella a Servola, dove per trent’anni ha gestito una macelleria. I poliziotti hanno sentito pure gli anziani fratelli dell’uomo, per capire se vi siano altri luoghi a lui cari, che potrebbe aver cercato di raggiungere.

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