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Le parole di Christian Obodo sull’Udinese: «I talenti non mancano, serve chi può aiutarli ad ambientarsi»

Ricorda benissimo, Christian Obodo, quando arrivò a 17 anni in Italia dalla Nigeria. «A Perugia mi aiutarono molto Mazzantini, Zè Maria, Sogliano, Milanese, Amoruso. Erano calciatori esperti e di personalità. All’attuale Udinese serve qualche elemento in più in questo senso».

L’ex bianconero, che sta muovendo i primi passi come agente, non pensa tanto che la squadra friulana sia da rinforzare sotto il profilo della qualità, anzi.

Bisogna individuare invece quei giocatori che possano far crescere e dare una mano ai talenti che già sono presenti.

Obodo, partiamo dal successo di Frosinone e dalla conseguente salvezza…

«Personalmente neppure quando giocavo avevo sofferto così. Abbiamo penato tutti, non solo la società, ma anche i tifosi.

Eravamo davvero in tanti a vedere l’ultima partita. L’aspetto importante è che l’Udinese sia rimasta in A».

Essere riusciti a mantenere la categoria all’ultimo turno significa che la squadra va rinforzata?

«Io penso che i calciatori di qualità non manchino ai bianconeri. Ci sono però tanti giovani stranieri. Durante la mia esperienza la rosa era composta da più di dieci giocatori italiani, erano la maggioranza.

Solo una parte minore della squadra arrivava dall’estero. I primi sono padroni di casa, aiutano chi arriva da fuori a crescere. Qui a mio avviso l’Udinese deve intervenire».

Tanti stranieri, tanti giovani e così la squadra non è riuscita a scappare velocemente dalle difficoltà.

«Quando arrivai a Udine un ruolo importante all’interno del gruppo lo ricoprivano Sensini, Di Natale, Bertotto: davano una mano ai ragazzi.

Il Perugia mi acquistò che avevo solo 17 anni. Determinanti furono per me giocatori come Mazzantini, Milanese, Zè Maria, Sogliano, Amoruso: sapevano consigliarti.

Era importante capire la lingua, capire che tipo di alimentazione seguire».

In questo senso la società è intenzionata a non confermare Roberto Pereyra...

«Per come l’ho visto giocare, lo terrei. E se dovesse rimanere, mi farebbe piacere.

Se la società trovasse un elemento più forte che funga da guida nello spogliatoio, allora ben venga».

Parlando di altri singoli, nel finale ha brillato il suo connazionale Okoye.

«Sono contento di vedere un nigeriano esprimersi così bene. E’ il portiere della nostra nazionale, ha dimostrato al 100 per 100 di essere un calciatore da Udinese.

A Frosinone ha compiuto parate fondamentali. Ha soli 24 anni, ha margini di crescita. Ora deve lavorare ancora di più».

In attacco la coppia Davis-Lucca può essere il tandem da cui ripartire?

«Davis è forte. Ha avuto problemi fisici che l’hanno limitato, ma quando è sceso in campo ha dimostrato di essere bravo.

Quando gioca lotta sino alla fine, si vede che ha voglia di dare il suo contributo. Lucca? Alla sua prima stagione in serie A ha segnato 8 reti.

E in un’annata così difficile è stato capace di conquistare anche la Nazionale».

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