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Gorizia dà l’addio al prof Alessandro Brotto: «Insegnante e alpino vero»

Gorizia dà l’addio al prof Alessandro Brotto: «Insegnante e alpino vero»

foto da Quotidiani locali

GORIZIA Un insegnante, con tutto il mondo di valori, passione e dedizione per le nuove generazioni che questo ruolo porta con sé. Ma anche un alpino vero, innamorato della montagna, e un uomo di sport. E un marito e padre affettuoso, un amico di quelli su cui si poteva contare.

È stato tutto questo Alessandro Brotto, docente goriziano portato via a soli 62 anni da un male terribile scoperto solo lo scorso autunno e affrontato con spirito positivo, voglia di vivere e determinazione.

E così in queste ore lo piangono in tantissimi in città e non soltanto, a partire ovviamente dai suoi cari: la moglie Betta, i figli Marco e Marina con la nipotina Ilenia, la mamma Anna, il fratello Alberto, con il quale Alessandro aveva collaborato anche nel curare l’impresa edile di famiglia.

Brotto era insegnante di Laboratorio di informatica al polo tecnico “Galilei – Fermi – Pacassi” di via Puccini, scuola nella quale ha lasciato un grande vuoto e che lo ha voluto ricordare con un commosso e splendido messaggio sui propri canali social. Parole che fanno il paio con quelle dell’Audax Sanrocchese. Fuori da scuola infatti Alessandro aveva tante passioni, e tra queste quella per lo sport, il calcio, che l’aveva portato nel direttivo biancorosso. E poi Brotto era una penna nera, nell’animo. Era stato ufficiale di leva degli Alpini, poi una colonna dell’Ana, per anni e anni, nel gruppo di Gorizia.

«Come segretario attento e puntuale, tra le anime della Calvario Alpin Run, ma anche cassiere, grazie alle sue capacità professionali e alla sua affidabilità», lo ricordano il presidente Paolo Verdoliva e il capogruppo Rino Di Giovanna. «In queste ore ho ricevuto una quantità di messaggi e testimonianze tale da farmi capire una volta di più quanto Alessandro fosse disponibile, paziente e generoso con tutti – racconta la moglie Betta -, e questa vicinanza delle persone per noi è preziosa. Mio marito era una persona riservata, ma al tempo stesso solare e pronta a darsi da fare per chi lo circondava». Tra i ricordi più belli, quelli legati alle tante escursioni in alta montagna. L’ultima, speciale: «È stata al Campanile di Val Montanaia – ricorda Betta -, ma anche dopo la scoperta della malattia, quando possibile, abbiamo camminato tanto assieme, seppur non in quota».

Adesso, viene da pensare, Alessandro continuerà a frequentare e ammirare le vette, da lassù. I funerali si terranno mercoledì alle 11 in Duomo, dove sarà possibile porgere un ultimo saluto già dalle 9.30 alle 10.55.

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