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«Il Comune deve dare risposte a Camilla e alle sue 2 mamme»

Ivrea

La battaglia per il riconoscimento delle due mamme di Camilla, bambina eporediese nata attraverso fecondazione artificiale dalla coppia omogenitoriale formata da Mariaines Towsend detta Manè e Benedetta Mazzuchetti Magnani, approda anche in consiglio comunale a Ivrea. Con una mozione, che verrà esposta dalle consigliere Fiorella Pacetti del Partito democratico e Erna Restivo di Laboratorio civico all’interno del consiglio di martedì 18 giugno, sarà richiesto a sindaco e giunta di impegnarsi per esplorare ogni strada percorribile, compatibile con la legislazione vigente, per fornire a tutte le famiglie che ne facciano richiesta risposte che tengano in massima considerazione i diritti dei minori.

Si richiede inoltre all’Associazione nazionale comuni italiani, a fronte dell'evoluzione del quadro giurisprudenziale e normativo, di farsi portavoce affinché si legiferi per procedere con le registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali, sollecitando il Parlamento a discutere le proposte di legge già depositate a riguardo.

«Penso che Ivrea sia una città progressista, accogliente e inclusiva – spiega Pacetti –. Per questo credo che la mozione sia importante, per dimostrare solidarietà a Manè e alla sua compagna. Ci sono senza dubbio dei buchi legislativi e delle importanti incongruenze anche a livello pratico. Ne è un esempio il fatto che la coppia non abbia ottenuto l’assegno perché la mamma non risulta madre single, poiché ha un reddito che fa cumulo con la compagna, senza però poter essere registrata come madre. Proprio a causa di questi buchi legislativi è importante che i comuni facciano sentire la loro voce. Probabilmente l’Italia non è ancora pronta, ma io credo che Ivrea lo sia».

I figli e le figlie di coppie omogenitoriali vengono riconosciuti nella maggior parte dei paesi europei senza dover affrontare lunghe battaglie per ottenere la trascrizione di certificati esteri o la step child adoption, cioè l’adozione del figlio del partner. Fanno eccezione Italia, Polonia e Ungheria, unici paesi europei dove l’omogenitorialità non è ancora riconosciuta per legge.

«È un bene che i comuni come il nostro diano un segnale e si attivino in prima persona per il riconoscimento dei genitori nelle coppie omogenitoriali, ma non può essere l’unica risposta – sottolinea Restivo –. Si tratta di una soluzione emergenziale. È necessario colmare il vuoto normativo. Non solo perché si tratta di una battaglia di civiltà, ma anche come forma di salvaguardia verso i bambini stessi e nel rispetto dei principi della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia».

A fine maggio gli uffici del comune di Ivrea, dopo una lunga attesa di 3 settimane nelle quali si era valutato come agire, erano stati costretti a seguire la normativa nazionale a riguardo, che non prevede il riconoscimento delle coppie omogenitoriali. Un rifiuto che ha provocato diverse reazioni pubbliche a favore della coppia in tutta la cittadina eporediese, con messaggi e dimostrazioni di solidarietà e una raccolta firme che in pochi giorni ha raggiunto mezzo migliaio di aderenti. Ora toccherà alla politica eporediese esprimersi a riguardo.

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