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«Standardizzare e automatizzare i processi di apertura di un nuovo business»

Abbiamo intervistato Giovanni Toffoletto, CEO e fondatore di LexDo.it

L'articolo «Standardizzare e automatizzare i processi di apertura di un nuovo business» proviene da Giornalettismo.

Il nome è emblematico, semplice e dall’impatto immediato: LexDo.it Sintetizza, prendendolo il prestito dal vocabolario anglosassone, un concetto fondamentale per chi vuole aprire un’azienda, una startup e un nuovo business: “Let’s do it”. “Facciamolo”. Ed è proprio questo concetto smart, che rappresenta un qualcosa di semplice, veloce e immediato che rappresenta al meglio questa realtà italiana che da anni lavora sul campo, sfruttando tutte le potenzialità del digitale, per offrire un servizio legale e contabile al 100% online per l’avvio e la gestione di un’attività.

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Abbiamo intervistato il CEO e co-fondatore di LexDo.it, Giovanni Toffoletto, che ci ha raccontato la genesi di questa idea vincente che, con il passare degli anni, è diventata una realtà consolidata, con migliaia di clienti che si sono rivolti alla piattaforma ottenendo consulenze e indicazioni che hanno consentito loro di dare il via al loro business: «LexDo.it è nata proprio per cercare di risolvere il problema alla radice. In passato, avevo dato vita a una mia prima startup, insieme a un mio amico e compagno di corso all’Università. Ci siamo lanciati totalmente allo sbaraglio in questa avventura e ci siamo resi conto di quanto fosse effettivamente complesso il tutto. Ovviamente è complesso ovunque, ma in Italia ci sono una quantità di complicazioni, chiamiamole così: non era affatto facile anche solo capire con chi parlare; quindi, anche solo trovare una figura di riferimento che ci potesse dare una guida in quelle fasi iniziali in cui chiaramente un imprenditore, come eravamo noi, totalmente inesperto e molto giovane, non sa proprio che pesci prendere». 

Un’esperienza personale molto interessante e da raccontare per capire ancora meglio il motivo che ha spinto Giovanni Toffoletto a creare LexDo.it: «Noi eravamo fortunati perché la mia è una famiglia di avvocati da un po’ di generazioni. Dunque, sapevo con chi parlare e a chi chiedere consigli. Proprio per questo ci siamo resi conto che senza questo tipo di supporto sarebbe stato totalmente impossibile aprire una startup».

LexDo.it spiegata dal CEO Giovanni Toffoletto 

Dunque, tutto parte da una consapevolezza: per fare gli imprenditori in Italia, occorre un supporto professionale: «Da lì ci si è accesa un po’ una lampadina. C’era un problema che si poteva risolvere e abbiamo iniziato a pensare se c’era un modo di trovare una soluzione tecnologica a questo problema. Era un vero e proprio tarlo che avevo in testa da tempo. Quindi, raggruppando un po’ di co-founder da vari ambiti, alcuni professionisti e alcuni tecnici, ci siamo messi alla ricerca di questa soluzione tecnologica».  

Perché quando si vuole aprire una propria attività, le procedure da seguire sono molte, così come la burocrazia e la necessità di interfacciarsi – obbligatoriamente – con una serie di attori: «L’imprenditore ha a che fare con diversi professionisti: dall’avvocato, al notaio, al commercialista, passando per serie di processi che parzialmente vengono ancora da mondi che non sono neanche pre-digitali, ma sono mondi ancora più indietro. Quasi medievali». 

Ed è proprio qui che interviene quella digitalizzazione su cui si basa l’idea vincente di Giovanni Toffoletto: «Ciò che abbiamo cercato di fare con LexDo.it è stato applicare sostanzialmente due concetti: standardizzazione e automazione di tutti questi processi di apertura di un nuovo business. Spingendo al massimo su questi due strumenti, usando il software, siamo riusciti a ridurre il costo di apertura di una nuova attività, anche di oltre il 75%». E i numeri del successo sono evidenti: «Rimane molto lavoro ancora da fare, ma pensiamo di essere sulla buona strada, perché abbiamo svariate centinaia di migliaia di utenti in Italia e i primi risultati che abbiamo ottenuto sono davvero importanti».  

Anche perché, trovare un unico ecosistema digitale, non fa altro che ampliare il bacino d’utenza: «La missione di LexDo.it è quella di aiutare chi vuole aprire una nuova attività dall’inizio alla fine – ha spiegato Toffoletto -. La maggior parte dei clienti entrano in LexDo.it con un’idea, con un progetto in testa. Noi li aiutiamo dalle fasi iniziali in cui aprono l’attività, alle fasi successive in cui devono invece gestire l’attività. Quindi, dopo che hanno aperto, li aiutiamo a creare contratti, ricevere consulenze se hanno dei dubbi, gestire la contabilità. Dunque, di tutto ciò di cui ha bisogno una società, un’associazione o una partita IVA». 

Conflitti o sinergie? 

Dunque, la velocità e gli strumenti digitali colmano un gap spazio-temporale fondamentale per chi vuole aprire una nuova attività (e non solo). Ma questo non rischia di generare un conflitto con alcune di quelle figure necessarie per espletare tutti i processi? «Non vi è un conflitto tra LexDo.it e il mondo dei professionisti. Per aprire una nuova attività, se si tratta di una società, in Italia è obbligatorio l’intervento del notaio. Anche nel caso in cui un utente si rivolga a noi, la figura del notaio rimane essenziale. Infatti, noi collaboriamo con moltissimi notai che seguono i nostri clienti e cerchiamo di essere un supporto per loro, fornendo ai clienti degli strumenti che permettano di velocizzare l’attività di apertura di una società. Si tratta di un lavoro di sinergia, nel senso che questa collaborazione che abbiamo con i professionisti è fondamentale da noi a tutti i livelli. E non utilizziamo questo approccio solo con i notai, ma anche con gli avvocati e i commercialisti. Quello che noi facciamo è cercare di sistematizzare il processo. Per questo vedo più una sinergia che un contrasto».  

Dunque, parliamo di un ecosistema che unisce più parti. Un vero e proprio ponte che abbatte dei confini che, spesso e volentieri, fungono da deterrente per chi vuole aprire un’attività. Ed è così anche per le startup: «L’Italia ha un ecosistema che avrebbe un enorme potenziale: abbiamo idee e spirito imprenditoriale, oltre alle eccellenze straordinarie. Purtroppo, quel che manca è l’ecosistema intorno all’imprenditore, intorno alle start-up per finanziare la crescita di progetti che possano scalare anche su base globale. Ci sono molte iniziative per cercare di cambiare questa dinamica e i fondi non mancano in realtà. Paradossalmente, manca la capacità di scaricarli a terra».  

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