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Al Pirellone la protesta degli agricoltori pavesi per i raccolti distrutti

MILANO. Almeno sei milioni di euro, tra raccolti distrutti e interi campi da riseminare. Sono i danni che i cinghiali provocano in un solo anno all’agricoltura lombarda, con la provincia di Pavia tra le più colpite in regione. È quanto stima la Coldiretti in occasione della protesta degli agricoltori che si sono radunati martedì mattina a Milano di fronte a palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, per denunciare con le loro dolorose esperienze una situazione che sta provocando non soltanto gravi danni alle aziende agricole ma anche problemi sanitari, sociali, economici e ambientali. Un migliaio di agricoltori e allevatori della Coldiretti provenienti da tutta la Lombardia si sono ritrovati per dire basta ad una situazione ormai diventata insostenibile. In piazza insieme alle massime autorità regionali anche una delegazione di Coldiretti Pavia guidata dal presidente Silvia Garavaglia e dal direttore Antonio Tessari.

«Gli agricoltori sono ormai così esasperati da questa situazione da non denunciare nemmeno più tutti i danni che subiscono a causa dei cinghiali – sottolinea il presidente di Coldiretti Pavia –. I danni causati dagli animali selvatici, infatti, non vengono rimborsati se non in minima parte, e i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto». Ad esempio, un produttore di vino che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva.

Ma gli animali selvatici mettono a rischio anche la sicurezza delle persone, attraverso incursioni sempre più frequenti nei centri urbani e causando schianti e incidenti su strade e autostrade. Nel 2023, secondo i dati dell’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale, a livello nazionale sono stati 193 gli incidenti con morti o feriti, col coinvolgimento di animali: l’88% di questi è stato provocato da un animale selvatico.

La Lombardia è la seconda regione per numero di incidenti con animali, insieme alla Campania, con 20 episodi in un anno, alle spalle solo della Toscana che ne ha registrati 23. La riparazione delle recinzioni danneggiate o l'installazione provvisoria di reti elettrificate servono a poco o a nulla - sottolinea la Coldiretti – mentre l’impatto ad alta velocità di un’auto o di una moto contro la massa di un cinghiale adulto può avere conseguenze fatali e drammatiche per conducenti e passeggeri. Il problema è che non sempre i cinghiali rimangono sul luogo dell’incidente, visto che l’animale anche ferito si rifugia nella boscaglia o nei prati, oppure succede che lo schianto contro un albero lo sbandamento e l’uscita di strada si verificano proprio per evitare l’impatto con l’animale che scappa senza lasciare tracce. «L’obiettivo della mobilitazione di ieri– spiega ancora il presidente di Coldiretti Pavia – è far applicare subito a livello regionale tutte le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica». In Lombardia il problema dei cinghiali, che si somma ai danni provocati da altre specie selvatiche o invasive con cui gli agricoltori quotidianamente sono costretti a fare i conti, si è aggravato di anno in anno.

LE VOCI

Sono voci quasi rassegnate quelle che arrivano da Milano, dove martedì mattina si sono radunati migliaia di agricoltori provenienti da tutta la Lombardia e anche dalla provincia di Pavia. «Io ho un’azienda cerealicola, e i maggiori danni i cinghiali li fanno sul mais – spiega Massimo Marabelli, agricoltore di Monticelli Pavese – Appena la piantina inizia a germinare loro arrivano e distruggono tutto, facendo tanti più danni quanto più numeroso è il branco». Non c’è zona del territorio pavese che sia risparmiato da questo flagello. «Quotidianamente questi animali possono attaccare il nostro raccolto, da quando è appena spuntato fino a quando arriva a fine maturazione – aggiunge Maurizio Spirolazzi, agricoltore di Cassolnovo – Ormai sono decenni che la situazione non migliora, anzi: i cinghiali esistono da anni ma i loro danni continuano a crescere, perché le popolazioni sono cresciute in maniera incontrollabile». E nemmeno la collina si salva, visto che anche alberi da frutto e vigne vengono sempre più spesso aggredite da questi animali. —

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