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Un anno di “colpi di scena” con lo Stabile del Veneto

Acrobazie di stupore, amori disperati, commedie che accendono i riflettori sui giudizi sociali. La stagione 2024-2025 dello Stabile del Veneto - Teatro Nazionale è, di nome e di fatto, un “Colpo di scena”. Un salto tra le epoche, attingendo dai maestri Shakespeare e Goldoni per poi tuffarsi nell’Ottocento di Tolstoj e nel Novecento di Cocteau.

Saranno 350 giornate di spettacolo dal vivo, praticamente un anno intero: oltre 80 pièce, di cui 15 produzioni e co-produzioni dello Stabile.

«Il nostro teatro è trasversale: se le persone non lo frequentano, non ha senso», afferma il presidente dello Stabile Giampiero Beltotto da Palazzo Balbi. «Abbiamo raggiunto 150 mila spettatori e sottoposto loro un sondaggio di gradimento, da uno a cinque: la media? Quattro virgola due».

Chi ci sarà

Tra i nomi spiccano volti ormai canonici, da Andrea Pennacchi (sarà Arlecchino) a Marco Paolini (che porta il suo “Milione” in omaggio a Marco Polo) e Alessio Boni, Toni Servillo, passando per Luca Barbareschi e Giuliana Musso. Perché i pilastri di un plot twist, di un colpo di scena sono i volti, la capacità drammaturgica, l’ensemble che accende il palcoscenico.

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«Mi baso su tre principi: guida dei poeti, centralità degli attori, trasformare il teatro in un ensemble», spiega Filippo Dini, direttore artistico dello Stabile, firmando la sua prima stagione. «Il palcoscenico è centro e obiettivo della mia visione. Credo in un teatro di attori, siamo maestri nell’arte drammatica. Poi, gli autori che mettiamo in scena possono formare esperienze che appartengono al quotidiano».

I teatri

Il Goldoni a Venezia aprirà la nuova stagione l’11 ottobre con lo spettacolo dell’estate, “Titizé. A Venetian Dream (11 ottobre) scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca: un sogno veneziano che fonde corpi, clownerie, acrobazie, un inno alla leggerezza che non ha bisogno di parole per esprimersi. Spostandosi a Padova, il 6 novembre il Verdi apre con la prima nazionale di “I parenti terribili” di Jean Cocteau, con la regia (e l’interpretazione) di Filippo Dini, uno spaccato crudele della società. Il genio di Shakespeare e i suoi intrecci di finzione e inganno, invece, aprono il sipario del Del Monaco di Treviso il 7 novembre con “Molto rumore per nulla”, adattato da Veronica Cruciani con Lodo Guenzi.

«Il ritorno a essere teatro nazionale e la trasformazione in fondazione sono un nuovo inizio», sottolinea Dini, «È forse l’univo a estendersi nel suo territorio, con tre punti di vista che dobbiamo mettere in dialogo. Poi, si aggiungono le nuove amicizie con l’Olimpico di Vicenza e l’accordo con il teatro Romano di Verona».

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Le strette di mano vanno oltre, spingendosi in Europa. «Sono in atto dialoghi con Dublino, Barcellona, Londra, Rijeka», afferma Dini. Infatti, a febbraio 2025 andrà in scena “La moglie saggia” di Goldoni, con la regia di Giorgio Sangati e in co-produzione con il teatro nazionale di Rijeka. A presentare la stagione, sono intervenuti anche l’attore e regista Luca Barbareschi e l’attrice e autrice Giuliana Musso. «Sarebbe bello lanciare», riflette Barbareschi, «una “Goldonimania”, uno spettacolo permanente in città». Lo sguardo all’Europa, il cuore pulsante nell’universo goldoniano. —

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