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La Dia: “Le mafie puntano alla corruzione e a meno violenza”. Dal governo Meloni contrasto radicale

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Meno violenza e più corruzione, strumento privilegiato per trasformare i “potenziali nemici in alleati preziosi” e realizzare affari. Ma quando non basta, le organizzazioni criminali tornano ad abbandonare giacca e cravatta e riprendono quei “comportamenti tipici della mafiosità”, come le intimidazioni, che risultano in aumento nei confronti degli amministratori locali. E’ la fotografia scattata dalla […]

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Meno violenza e più corruzione, strumento privilegiato per trasformare i “potenziali nemici in alleati preziosi” e realizzare affari. Ma quando non basta, le organizzazioni criminali tornano ad abbandonare giacca e cravatta e riprendono quei “comportamenti tipici della mafiosità”, come le intimidazioni, che risultano in aumento nei confronti degli amministratori locali. E’ la fotografia scattata dalla Relazione semestrale sull’attività della Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2023, presentata stamattina a Roma. “Oggi le mafie preferiscono rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando degli ingenti capitali accumulati con le attività illecite” viene sottolineato nella relazione in cui si parla anche del rischio che i clan “possano manifestare interesse” per i fondi del Pnrr.

“Le mafie si sono ammodernate”

Da tempo impegnate ad adattarsi ai cambiamenti socio-economici e a infiltrarsi nell’economia legale, le mafie hanno “implementato le capacità relazionali, sostituendo l’uso della violenza, sempre più residua ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive” . Si liberano, dunque, dal modello di una mafia di vecchia generazione, aderendo a una “nuova ed accattivante immagine imprenditoriale” dove è determinante anche l’uso della tecnologia per l’attività illecita attraverso sistemi di comunicazione crittografata, app di messaggistica e sociale. Dove però non arriva la corruzione si passa alle maniere forti. “Aumentano i casi di intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, sia consiglieri comunali sia sindaci” rileva il direttore della Dia, Michele Carbone. “Ci sono episodi di collusione negli apparati politico-amministrativi i come dimostra la lunga serie di consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose (379 dal 1991 al 2023, di cui 25 annullati a seguito di ricorso)

Nuovi business dall’Africa, la ‘ndrangheta la mafia più potente

Dalle indagini concluse nel primo semestre del 2023 dagli uomini della Dia arriva invece l’ennesima conferma: la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, a livello transnazionale, resta il traffico di sostanze stupefacenti. Con una novità: l’Africa Occidentale – in particolare Costa d’Avorio, Guinea Bissau e Ghana – stanno diventando “cruciali basi logistiche” per i narcos della ‘Ndrangheta, che resta la più pericolosa organizzazione presente in Italia.

I beni confiscati dal governo Meloni: più 57,74%

Nel 2023 sono stati in tutto 4.647 i beni confiscati che l’Agenzia ha destinato agli enti locali e a soggetti del terzo settore perché potessero essere utilizzati per finalità sociali o istituzionali, con un notevole incremento, pari al 57,74%, rispetto a quanto fatto nell’anno precedente.

Il sottosegretario agli interni di Fdi, Wanda Ferro, è particolarmente impegnata sul fronte delle confische e delle riassegnazioni alle comunità sociali, ecclesiastiche, civili. Se la mafia oggi è business toccarla nel portafogli è la cosa più importante.

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