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L’osservatorio sul Matajur, inaugurato nel 2013 e subito inagibile: dopo 11 anni si sblocca l’iter

SAVOGNA. La decennale paralisi dell’osservatorio astronomico realizzato – con una spesa di ben 300 mila euro – nell’ex cabina dello skilift, sul Matajur, sta finalmente per sbloccarsi, a coronamento di una storia che ha fatto tanto discutere: poco dopo l’inaugurazione, che risale al 2013, la struttura era stata infatti dichiarata inagibile e comunque inadatta alla funzione che avrebbe dovuto rivestire.

Di fatto mai utilizzato, quindi, l’edificio si è ritrovato preda dall’abbandono, deteriorandosi progressivamente: la svolta si deve alla Comunità di montagna del Natisone e Torre, che già negli anni scorsi – quando rivestiva il ruolo di assessore ai lavori pubblici il sindaco di San Leonardo Antonio Comugnaro, ora presidente dell’Ente – aveva avviato l’iter di recupero del bene.

«Le opere di straordinaria manutenzione progettate – annuncia adesso Comugnaro – sono terminate: abbiamo investito, allo scopo, 50 mila euro, fondi propri della Comunità».

Vari i fronti d’intervento, dall’adeguamento dell’impiantistica alla soluzione di problemi di infiltrazioni (la cupola apribile non era a tenuta stagna) e di muffe, le porte interne si erano progressivamente deformate, per effetto dell’umidità, gli intonaci dei muri si presentavano scrostati per la stessa ragione.

«La Comunità di montagna, proprietaria dell’osservatorio – spiega il presidente –, intende sottoscrivere una convenzione con il Comune di Savogna ai fini dell’assegnazione in gestione di questa realtà dalle alte potenzialità a qualche associazione che operi proprio nel campo dell’astronomia e che possa mantenere, in una certa misura, la destinazione originaria. L’operazione – precisa – verrà vagliata dal direttivo e dall’assemblea».

Soddisfatta degli sviluppi il sindaco del centro valligiano, Tatiana Bragalini, che pur ribadendo che l’iter è alle battute iniziali (ovvero che gli indirizzi non sono stati ancora formalizzati) ha già chiari i possibili sbocchi: «Sul nostro territorio – spiega – opera ormai da anni, con successo, un gruppo di astrofili amatori che potrebbe rappresentare un’ottima scelta: l’osservatorio potrebbe essere utilizzato per attività di vario genere, divulgative e scientifiche, legate alla disciplina dell’astronomia».

I lavori attuati nell’edificio rientrano in una più ampia campagna di recupero delle proprietà della Comunità del Natisone e Torre: «Duecentomila euro – elenca Antonio Comugnaro – sono stanziati per la sistemazione infrastrutturale della zona industriale di Azzida, che in accoglimento di una richiesta avanzataci dall’ex sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, intendiamo cedere al Comune capoluogo delle Valli, disponibile a prenderla in carico. È intanto partita l’asfaltatura della strada che collega Montefosca di Pulfero con Torreano e Faedis, mentre a Tarcento inizieranno, a breve, attività di straordinaria manutenzione sul plesso scolastico, per un importo di 200 mila euro. Stiamo nel frattempo raccogliendo una serie di pareri tecnici funzionali alla definizione di nuove ipotesi progettuali per la ciclabile destinata a collegare Loch al confine di Stato. Tanti ambiti d’intervento, insomma, cui stiamo cercando di far fronte nonostante le forti difficoltà determinate dalla carenza di organico».

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