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Udinese, colpo di spugna: allenatore straniero e un supervisore a Londra al fianco di Gino Pozzo

Udinese, colpo di spugna: allenatore straniero e un supervisore a Londra al fianco di Gino Pozzo

foto da Quotidiani locali

UDINE. Un colpo di spugna. O meglio: «Un taglio con il passato, inserendo nuove esperienze», tanto per usare le parole del direttore generale, Franco Collavino, l’unico superstite dei “moschettieri” dell’Udinese, passati da tre a quattro, come nel romanzo di Alexandre Dumas, visto che adesso c’è anche Gianluca Nani, “supervisore” delle aree tecniche dei club di famiglia, Watford compreso, dunque, mentre in Friuli agirà Gokhan Inler a supporto diretto del nuovo tecnico, Kosta Runjaic, un tedesco con radici jugoslave che ha firmato un biennale, uno straniero che dovrà imparare l’italiano e che userà l’inglese per allenare la rosa bianconera, da sempre eterogenea quanto a nazionalità.

Martedì 18 giugno hanno sfilato in ordine gerarchico nella sala stampa dello Stadio Friuli - Bluenergy Stadium: prima i dirigenti, poi il mister, mentre Gino Pozzo ascoltava dall’alto, dal suo ufficio, dopo aver assegnato i ruoli.

Non ama intervenire in pubblico, non lo farà neppure nell’anno che verrà, convinto di aver eliminato dalla radice i problemi che hanno tormentato l’Udinese fino a maggio, quando sul filo di lana ha conquistato la salvezza in quel di Frosinone. «Fabio Cannavaro, che ringraziamo ancora, ci ha messo di grande difficoltà, ma poi nella scelta dell’allenatore abbiamo voluto dare un segnale forte di discontinuità con il passato», ha raccontato Nani per circoscrivere meglio la scelta di Runjaic.

Il dirigente sarà il Group technical director, letteralmente il direttore tecnico del gruppo composto da Udinese e Watford. In poche parole, sarà a stretto contatto con Gino Pozzo nella gestione del sinergie. «Ho fatto tante esperienze nel mondo del calcio – ha spiegato – ma lavorare con lui lo considero come un master all’università. Questo però non vuol dire che quando penserò qualcosa di diverso non glielo dirò. Anzi, è quello che mi ha chiesto di fare. Sarà un rapporto diretto e franco: so che avrò a che fare con una persona estremamente intelligente, alla ricerca di un confronto costruttivo per il bene del club. Servono persone che gli dicano esattamente quello pensano per continuare a fare quello sa fare benissimo: in trenta e più anni ha ottenuto risultati unici al mondo in una realtà come Udine che non ha il bacino di Milano o Roma».

A sua volta Nani, che resterà di stanza a Londra, avrà Inler come referente diretto, un direttore dell’area tecnica pronto recitare la propria parte con lo stesso spirito critico ma costruttivo, senza perdere d’occhio la squadra. «Non dovrò essere più uno di loro, dovrò aiutarli da fuori: è la prima grande sfida per me, adesso che ho chiuso con il calcio giocato», ha spiegato lo svizzero-turco che nel proprio bagaglio ha anche un bel po’ di lingue per mettersi in relazione con i tanti stranieri, a cominciare da Runjaic.

«Dovrà evitare gli incidenti di percorso continuando il nostro progetto», quello della scoperta e del lancio dei talenti pescati in giro nel mondo, ha sottolineato ancora Nani. La via dovrà essere diversa, però, slegata da un “modulo salvagente”, come è stato vissuto e proposto il 3-5-2 dall’Udinese.

«Runjaic porta avanti un calcio propositivo che va in disaccordo con quanto visto qui negli ultimi anni».

Il diretto interessato è d’accordo: «Anche io mi aspetto tanto da me stesso, voglio essere in grado fin dall’inizio di proporre uno stile di gioco aggressivo», ha confidato il tecnico. Ecco il colpo di spugna.

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