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Castelfranco allagata, dall’emergenza al collasso in un’ora

Tutto in sessanta minuti, anzi meno. Tanto ha impiegato martedì sera, 25 giugno, l’emergenza meteo di Castelfranco Veneto nel trasformarsi un disastro, con mezza città allagata dall’esondazione dell’Avenale. L’ennesima.

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Erano le 22 quando il Comune di Castelfranco ha diramato infatti la prima allerta, “Si avvisa la Cittadinanza che l'Avenale ha raggiunto i limiti di guardia ed è necessario attivare le difese passive”. Ovvero sacchi di sabbia e altre protezioni come le paratie per proteggere case e scantinati. La pioggia era già torrenziale, ed altre zone del Veneto erano andate ko.

Poco più tardi una seconda allerta: ”Si invita la Cittadinanza a non uscire di casa e non usare l’auto”. Un messaggio pubblicato a lettere cubitali anche sul profilo social dell’amministrazione che era già sotto l’acqua.

A distanza di un’ora dal primo messaggio la bandiera bianca, con la pubblicazione dell’ordinanza del sindaco Stefano Marcon che chiudeva al traffico mezza città ormai trasformatasi in un lago o un fiume in piena, a seconda delle zone.

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Ed ora si contano i danni, soprattutto nel quartiere di Bella Venezia dove già a maggio case e negozi erano stati travolti dalla piena che aveva costretto molte famiglie a gettare al macero mobili e ricordi di una vita dopo che l’acqua era entrata nelle abitazioni.

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