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Lorenzo Parelli morì nell’ultimo giorno di stage: l’azienda chiede di patteggiare

L’azienda Burimec e il suo legale rappresentante Pietro Schneider hanno chiesto, martedì 25 giugno, il patteggiamento nel corso dell’udienza preliminare che li vede imputati, per omicidio colposo, violazione delle norme antinfortunistiche e omissione di controllo, per la morte di Lorenzo Parelli, lo studente di diciotto anni morto il 21 gennaio del 2022 in un incidente all’interno dello stabilimento di Lauzacco nel suo ultimo giorno di stage nell’ambito di un progetto scuola-lavoro.

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L’avvocato Stefano Buonocore, che assiste l’azienda e lo stesso Schneider, ha proposto una pena di tre anni: toccherà al giudice per le udienze preliminari Carlotta Silva valutare se accogliere l’istanza, che come da norma deve essere concordata con la pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Lucia Terzariol, che da titolare del fascicolo d’indagine ha condotto l’inchiesta.

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«La scelta di richiedere il patteggiamento è motivata sia da ragioni personali del signor Schneider, settantaquattrenne, sia di responsabilità nei confronti della società, in questo modo mettendo in sicurezza la Burimec presso la quale sono impiegate decine di lavoratori: vi è la volontà di Schneider e della società di definire questa dolorosa vicenda sotto ogni profilo», il commento dell’avvocato Buonocore.

La decisione è prevista per la prossima udienza, fissata per il 15 ottobre.

Quel giorno il gup deciderà anche sulla richiesta formulata dai difensori di Claudio Morandini, il dipendente con cui Parelli lavorava quando venne schiacciato da una putrella d’acciaio di un quintale e mezzo, ed Emanuele De Cillia, il tutor aziendale che era stato affiancato al diciottenne studente dell’istituto Bearzi.

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Gli avvocati Daniele Pezzetta e Alessandro Ventura (per Morandini) e Rossana De Agostini (per De Cillia) hanno richiesto il rito abbreviato per i loro assistiti.

La famiglia di Lorenzo non si è costituita parte civile nel procedimento penale: una conseguenza legata all’esito della causa civile, che si è conclusa tre mesi fa con il risarcimento riconosciuto dall’azienda di Pavia di Udine ai familiari del ragazzo.

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«Non c’è nulla che potremmo chiedere in sede penale che non abbiamo già chiesto in sede civile», si era limitato a indicare alla vigilia dell’avvio dell’udienza preliminare l’avvocato dei Parelli, Stefano Fruttarolo. La morte di Lorenzo Parelli aveva scosso l’opinione pubblica e acceso con ancor più forza i riflettori sulle ataviche problematiche connesse alla sicurezza sui posti di lavoro. L’impegno dei genitori del diciottenne di Morsano di Strada, Maria Elena Dentesano e Dino Parelli, e il coinvolgimento delle istituzioni, ha portato al varo della “Carta di Lorenzo”, una piattaforma che ha l’obiettivo di promuovere una cultura della sicurezza sul lavoro, «con particolare riferimento ai giovani e al loro coinvolgimento nei percorsi formativi in azienda previsti dal sistema educativo, come i percorsi per le competenze Trasversali e l’orientamento (Pcto) e i tirocini curricolari dell’istruzione e formazione professionale».

Il documento è stato sottoscritto nel 2023 dalla famiglia di Lorenzo e dalla Regione, insieme a scuole, imprese, sindacati e altre istituzioni, per sottolineare l’impegno comune alla creazione di una rete di formazione e lavoro più sicura e alla promozione di una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro diffusa, partecipata e consapevole.

«Le iniziative promosse dalla Carta di Lorenzo – spiegano i promotori – integrano e si affiancano alle azioni messe in atto dai soggetti e dalle istituzioni preposte in applicazione della normativa nazionale in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».

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