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Pestaggio di Lambioi: uno su cinque va a processo

Spedizione punitiva a Lambioi, chiusa l’inchiesta: un solo rinvio a giudizio tra i cinque giovani coinvolti nel pestaggio di tre militari che hanno accusato alcuni danni fisici.

A distanza di poco più di un anno da quella notte rovente, solamente di Xhulio Cela comparirà in un dibattimento a processo: l’albanese di 25 anni residente a Belluno (difeso dall’avvocato Francesca Larese) è l’unico rinviato a giudizio per quei fatti.

Martedì il gup di Belluno, Elisabetta Scolozzi ha anche assolto due coinvolti che hanno scelto il rito abbreviato in sede di udienza preliminare: si tratta di Dibran Hajdaraj, kosovaro di 34 anni da anni residente in città (difeso dagli avvocati Mauro Gasperin e Monica Azzalini) e di Lorenzo Alessandrelli, 31enne originario della Germania e residente a Sannicola (difeso dagli avvocati Valentina ed Erminio Mazzucco).

Nella scorsa udienza preliminare si erano decise, con uno stralcio, le posizioni di altri due imputati: il 22enne bellunese Francesco Dall’O’ (difeso dall’avvocato Aldo Pardo), e il ventenne Mattia Armando Russo, di Santa Giustina (difeso dall’avvocato Massimo Montino). Per entrambi si sono stabilite le messe alla prova.

I fatti risalgono al 17 giugno dell’anno scorso, a Lambioi beach, una delle tante sere d’estate finita con delle scazzottate senza ragione.

L’accusa aveva contestato ai cinque (un sesto coinvolto è stato archiviato) le lesioni aggravate nei confronti di tre militari, pestati in concorso morale e materiale: più persone riunite (non è stato contestato il reato di rissa di fatto), ma Cela in qualità di organizzatore di un “raid punitivo” e coniderato dalla magistratura “principale istigatore del gruppo di complici aggressori”.

Futili i motivi legati a quella che la procura ha considerato una “nerboruta esibizione muscolare”, con uso di arma impropria, cioè una pietra lanciata contro gli obiettivi.

Di fatto, sembra che durante un momento in cui tutti si sono ritrovati a ballare a Lambioi, uno dei tre militari abbia urtato sbadatamente, con il bicchiere di birra, uno dei coinvolti. Cose che succedono ma che non sono state gradite.

Ne è scaturita una caccia all’uomo, corse tra la folla e persone offese che si sono ritrovate a terra circondate e colpite con calci, pugni e schiaffi che hanno procurato loro ferite e contusioni lievi.

Arrivarono polizia e carabinieri a Lambioi, quella sera.

Il resto dell’inchiesta sono alcune fotografie e le immagini registrate con un drone che hanno permesso l’individuazione dei presunti responsabili.

La difesa Hajdaraj ha contestato una foto in cui il giovane era ritratto con gli altri, ma pur conoscendosi tutti, la foto risaliva a momenti prima dell’aggressione. Lo stesso video del drone non permetteva di individuare tutti i cinque componenti come autori materiali della rivendicazione: in sede di udienza preliminare, quindi, l’assoluzione per gli imputati poi usciti di scena era stata chiesta anche dal pubblico ministero Fabbris.

Cela di fatto viene riconosciuto come l’unico materialmente coinvolto, ma al dibattimento fissato a venire, si vedrà la sua posizione.

Altro tema, i Daspo Willy che furono emessi dalla questura per dare un segnale preciso e fermo su episodi gravi come quello di Lambioi. Gli assolti faranno ricorso per il suo annullamento.

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