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Omicidio Vaj, esce il libro della moglie: «Abbiamo continuato a volerci bene»

La storia di Paolo Vaj diventa un libro. È intitolato “La versione di Paolo” e lo ha scritto la moglie Roberta Bencini, dando voce al suo dolore su quanto è accaduto nella notte tra il 18 e il 19 luglio 2019 nell’abitazione di via Cal dei Romani a Vittorio Veneto.

In quelle ore drammatiche Vaj veniva ucciso: a finire sotto processo l’amica Patrizia Armellin e la giovane Angelica Cormaci.

Un iter giudiziario lungo, con la Cassazione che, pur confermando la responsabilità delle due donne, ha sollevato dubbi sulla premeditazione. Tanto da rinviare il processo alla Corte d’assise d’appello di Venezia, che il 10 luglio si pronuncerà nuovamente.

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La moglie

«Spero che venga riconfermata anche l’aggravante», dice convinta Roberta Bencini, 59enne toscana. «I giudici sono stati fin troppo buoni. Secondo me la pena giusta doveva essere l’ergastolo per la Armellin, come aveva chiesto il pm. La Cormaci, invece, la considero una sua vittima, come Paolo».

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In primo e secondo grado Armellin, ritenuta la “mente” del delitto, era stata condannata a 24 anni, mentre Cormaci, vista la sua sudditanza psicologica, aveva ricevuto una pena 16 anni di carcere.

Per entrambe, l’accusa era di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione. Roberta Bencini si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Nicodemo Gentile, che ha anche firmato la prefazione del libro.

Il libro

«Quando ci siamo lasciati ero molto arrabbiata con Paolo», confessa Bencini, «poi però i nostri rapporti si erano normalizzati. Gli ho sempre voluto bene e forse anche lui pensava con nostalgia alla nostra relazione. L’ultima foto che ha guardato prima di morire era la nostra: uno scatto in cui ci abbracciavamo felici. I carabinieri l’hanno trovata nel cellulare. Mi chiedo se Paolo, di fronte a quella foto abbia avuto il desiderio di chiamarmi. E se questo avrebbe cambiato il corso degli eventi. Chissà...».

Scrivere questo libro ha consentito alla moglie, mai separata legalmente, di elaborare il lutto e mettere un punto fermo nella dolorosa vicenda.

«Il libro era destinato agli occhi di parenti e amici», ammette la donna, «ma il caso ha voluto che lo leggesse anche la proprietaria di una piccola casa editrice che mi ha proposto di pubblicarlo. Io ho acconsentito così finalmente tutti potranno leggere la storia anche dal mio punto di vista».

Oggi Roberta vive a Poggibonsi insieme alla sua gatta e al suo cane.

Lavora come impiegata contabile in un’azienda ed è segretaria della sezione toscana di Penelope, l’associazione che affianca le famiglie e gli amici delle persone scomparse. La “Versione di Paolo”, edito da Edizioni Helicon, si può acquistare sul sito della casa editrice, in libreria e da fine mese anche su Amazon. —

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