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Muggia festeggia i suoi Santi patroni: Giovanni e Paolo portati in processione

MUGGIA La giornata di mercoledì, a Muggia, è stata dedicata ai festeggiamenti per i patroni della città: il 26 giugno si ricordano i Santi Giovanni e Paolo.

Dopo la Santa messa, quest’anno celebrata da monsignor Roberto Rosa per festeggiare il venticinquennale dall’ordinazione sacerdotale, è partita la processione con i “fanoni” (antichi fanali devozioni, ndr) delle vecchie confraternite, le reliquie e le statue dei Santi Giovanni e Paolo per le vie del centro cittadino.

Il corteo, come d’abitudine, è partito da piazza Marconi e si è poi snodato lungo riva De Amicis, via Manzoni, largo Caduti, piazza della Repubblica, via Roma, via Mazzini, via San Giovanni, via D’Annunzio, corso Puccini, calle Oberdan, via Dante, piazza Santa Lucia, calle Verdi e si è poi concluso nella piazza principale.

Le due statue dei patroni di Muggia, esposte prima in Duomo e poi portate in processione, sono state donate dalla famiglia Pozzo e risalgono al XIX secolo. Dono alte 65 centimetri: scolpite nel legno, sono rivestite di una lamina d’argento che è stata ricavata dalla fusione dei talleri donati dalle famiglie della cittadina.

«Un momento molto bello per la comunità muggesana – ha detto il parroco don Andrea Destradi – una festa storica con i Santi patroni che da secoli accompagnano la vita dei muggesani. Certo che come tutte le cose, anche questa ricorrenza sta cambiando nella percezione che ne ha il popolo muggesano. La demografia sta cambiando rapidamente, con tanti arrivi da fuori, tante famiglie che non sono di origine locale, per cui sentono meno la ricorrenza. E si fa sempre più fatica a trovare chi porta i fanoni della processione, gli stendardi. D’altra parte, la festa è un’occasione molto bella per vivere relazioni semplici di festa, di conoscenza, di collaborazione. Mi si racconta che anticamente per la festa dei Santi protettori le varie comunità del litorale istriano venissero a Muggia a festeggiare la prima festa patronale dell’anno».

Il celebrante, monsignor Roberto Rosa, è muggesano: «Don Roberto – così don Destradi – rispecchia molto bene nella sua vita quello che è il muggesano. Un passato, prima di diventare prete, di lavoro all’Aquila. Penso sia giusto che quest’anno a presiedere la santa Messa ci sia stato lui».

Tra le autorità civili il sindaco leghista Paolo Polidori ha ricordato come «l’insegnamento che ci arriva dal martirio di Giovanni e Paolo, in nome della difesa dei principi del cristianesimo, può essere esteso a pieno titolo oggi, in quella che è la difesa dei nostri valori contro il proditorio e subdolo attacco alla nostra libertà di espressione. Così, mentre i nostri protettori hanno dato la vita, ancorché uccisi a tradimento, il pericolo che corriamo ai giorni nostri è meno violento, ma non meno pericoloso, nella misura in cui le nostre tradizioni e la nostra cultura, colonne portanti della nostra storia e della nostra identità, vengono con sistemi più i meno sottili osteggiate, messe in discussione, se non talvolta annientate, fino a creare in noi la paura di esprimere ciò che noi siamo». —

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