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La nazionale lo aspetta per i mondiali U23 di canoa, a scuola gli anticipano l’esame di maturità per lasciarlo partire

SACILE. Tempi stretti per l’esame di Stato per il candidato “azzurro” Marino Spagnol: il canoista di Sacile è in gara nei Campionati del Mondo U23 di slalom a Liptosky Mikulas, in Slovacchia.

È selezionato nella squadra azzurra dal campione olimpico Daniele Molmenti dopo il rodaggio sulle onde del Livenza, nella scuderia del Canoa club. «L’esame è stato anticipato e sono partito dopo una sosta a Cracovia per unirmi alla squadra nazionale in Slovacchia».

Marino ha stretto la mano alla commissione d’esame nell’Isis Marchesini e ha fatto le valigie. «L’esame è andato abbastanza bene, insomma nulla di speciale: avevo studiato per passare i test senza problemi».

Il campione è abituato a controllare l’adrenalina e la sua maturità è una delle tante sfide. «Ho centrato lo scritto di italiano sulla guerra fredda e me la sono cavata nella seconda prova di economia turistica – ha raccontato l’azzurro –. L’esame orale è incominciato dalla statua della libertà, con la bandiera statunitense e non ci sono stati problemi».

Il futuro? «All’università potrei scegliere una facoltà sull’alimentazione – ha spiegato –. Il mio obiettivo sportivo e lavorativo è di entrare nelle forze armate, nel reparto sportivo, per proseguire la strada agonistica».

Dopo la maturità, Marino fa il tagliando per la gara mondiale. «Gli allenamenti sono di circa venti ore alla settimana e con la media di due al giorno, in canoa – ha riassunto al telefono –. Mi preparo anche in palestra con allenamenti di forza e di resistenza, invece in acqua possono essere sessioni di tecnica, simulazione gara o ripetizioni. Lavoro molto in acqua mossa per trovare i ritmi gara e per cercare di essere più veloce sui percorsi».

Allenamenti diversi dal Livenza: in Polonia, Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania. «La canoa è passione che nel tempo è diventata una routine di vita e mi fa stare sempre bene – confessa lo studente-atleta –. È un po’ il “posto” dove fuggo dal mondo: mi portava in acqua mio padre, da piccolo e crescendo e diventando un obbiettivo. La prima gara è stata a Sacile, in una canoa a due posti con papà a quattro anni: a metà competizione mi sono addormentato».

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