Bimbo morto nel pozzo, sei indagati: sono il proprietario del terreno e gli accompagnatori. L’autopsia attesa per la prossima settimana
Ci sono almeno sei indagati per la morte di Vincenzo Lantieri, il bimbo di dieci anni caduto giovedì 27 giugno in un pozzo artesiano profondo 15 metri nelle campagne di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Per poter disporre l’autopsia – che sarà eseguita la prossima settimana – la Procura del capoluogo ha iscritto nel registro il proprietario del terreno e gli educatori della fondazione Anffas “Doniamo sorrisi”, i quali, al momento dell’incidente fatale, stavano accompagnando Vincenzo e un’altra ventina di bambini, tra cui il fratello con disabilità, nella visita a una fattoria didattica. Venerdì i carabinieri hanno eseguito un sopralluogo con la procuratrice Sabrina Gambino e il sostituto Davide Viscardi. Sono state ascoltate anche le prime testimonianze degli altri piccoli partecipanti alla gita, che però non sono del tutto concordi. Alcuni, infatti, hanno confermato quanto ricostruito finora, ossia che il bimbo è salito sulla copertura del pozzo saltando e sfondando la botola, altri hanno fornito una versione diversa.
A breve saranno interrogati due responsabili dell’associazione che non erano presenti al momento dei fatti, mentre per gli interrogatori degli indagati bisognerà attendere la prossima settimana. Resta da valutare anche il racconto di Salvatore La Rosa, un testimone che vive in una casa accanto al luogo dell’incidente: al Tgr Sicilia ha detto che i soccorsi sono arrivati dopo due ore e che la morte del piccolo si sarebbe potuta evitare. Affermazioni tutte da verificare: l’uomo infatti ha detto pure che “il bambino dopo essere caduto nel pozzo ha parlato con la madre e il padre“, circostanza che non risulta agli inquirenti. E i Vigili del fuoco smentiscono ritardi nell’intervento, precisando di essere arrivati sul posto “in poco più di dieci minuti dalla chiamata di soccorso ricevuta dalla sala operativa”.
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