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Turetta, i messaggi ossessivi degli ultimi giorni, le foto a Giulia Cecchettin nelle ultime ore di vita: un film dell’orrore

Su Rete 4 ieri sera, dallo studio di Quarto Grado è andato in onda il film dell’orrore di Filippo Turetta e della sua vittima, Giulia Cecchettin: chat e foto che immortalano le parole degli ultimi giorni, le immagini delle ultime ore di vita della povera studentessa padovana. Una regia, quella dell’assassino, che apre il campo all’ipotesi della premeditazione lucida, agghiacciante. E che registra, a suon di scatti a Giulia nel centro commerciale, e di messaggi inviati per telefono, l’orrore di una storia finita in tragedia. Un film, quello girato tra scatti e immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza agli atti, che documentano l’ossessione del giovane per quella povera ex fidanzata, rimasta intrappolata nella sua rete di ricatti emotivi e bugie che ora, tra indizi, prove, rilievi, riscontri e confessione, sono al centro di un caso che sarà impossibile da archiviare anche dopo il processo. E che, stando alle premesse, lascia presagire altri duri colpi che non animeranno solo la battaglia legale al centro del dibattimento, ma che infieriranno nuove batoste ai familiari di vittime a carnefice, travolti in una infinita spirale di dolore e choc.

Giulia Cecchettin, nelle chat e nelle foto l’orrore inferto da Turetta a Giulia Cecchettin

E allora, sul piccolo schermo da Rete 4 scorrono le foto scattate dall’assassino reo confesso poco prima del delitto. Giulia Cecchettin è insieme al suo ex fidanzato al centro commerciale di Marghera ‘La Nave De Vero’ dove si sono recati nel tardo pomeriggio dell’11 novembre, lo stesso giorno in cui Turetta ha ucciso la ragazza. Sul telefono 52 fotogrammi, dalle 17.50 alle 21.10, che scandiscono quel pomeriggio di ossessione e morte. Tra gli scatti, ci sono anche tre foto differenti fatte nel giro di 5 secondi. Sono le ultime ore di vita della studentessa padovana, preoccupata certo. Ma anche inconsapevole di quello che la attende: una morte inferta con 75 coltellate.

Quelle immagini scattate ossessivamente registrano le ultime ore di vita di Giulia

E poi ci sono le telecamere e quei frame che riprendono la violenta aggressione che poi Turetta ricostruirà con una deposizione all’interrogatorio in cui confesserà il delitto che non esauriscono l’orrore dell’agguato. La ferocia dell’assalto. La brutalità dell’esecuzione. Cominciata con i due fermi in un parcheggio di Vigonovo, dove sarebbe scattata la discussione culminata nella tragedia. I due ex avrebbero iniziato a discutere. Giulia Cecchettin sarebbe uscita dalla macchina urlando. E Filippo Turetta ha raccontato di averla rincorsa e poi accoltellata.

Scatti, messaggi: l’ossessione del giovane per la sua ex e la paura della ragazza

«È scesa dalla macchina gridando, allora ho preso un coltello e l’ho rincorsa, afferrata per un braccio. Lei gridava “aiuto” ed è caduta. L’ho colpita, ha sbattuto la testa e l’ho caricata sul sedile posteriore. Ho provato a metterle lo scotch sulla bocca, si dimenava, è scesa ed ha iniziato a correre. L’ho inseguita con l’altro coltello che avevo in auto. Le ho dato dieci, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. L’ultima coltellata glie l’ho data sull’occhio. Poi ho provato a togliermi la vita ma non ci sono riuscito», ha confessato il giovane dal carcere di Verona il primo dicembre scorso, 12 giorni dopo l’arresto in Germania dopo una fuga matta e disperata – anch’essa documentata dalle immagini –. E a 20 giorni dall’uccisione dell’ex fidanzata.

Giulia Cecchettin, nelle chat e nelle foto di Turetta l’ombra della tragedia

Ma a questo punto, nella ricostruzione televisiva della terribile vicenda omicidiaria, lo scempio delle immagini cede il passo allo sconcerto delle parole. A quelle conversazioni registrate nelle chat tra i due ragazzi, che non dovrebbero lasciare adito a nessun tipo di dubbio sulla impossibilità di concedere sconti di pena – o assoluzioni morali – al giovane assassino di Giulia, ossessionato da un compulsivo bisogno di controllo sulla sua ex.

«Sei uno psicopatico! Mi controlli continuamente»…

«Sei ossessionato, sei uno psicopatico! Mi controlli continuamente, tu non ti rendi conto, mi controlli!», gli dice in uno dei messaggi e dei vocali che Giulia Cecchettin aveva inviato Filippo Turetta proprio pochi giorni prima dell’omicidio, e mandato in onda ieri sera da Quarto Grado. «Mi spaventa, perché so come sei fatto, so cosa hai fatto determinate volte, so cosa hai detto determinate volte, e quindi, sinceramente, dirti ora e postare una cosa che tu, in generale non vuoi che io faccia, mi fa spavento ok? – dice Giulia nel messaggio – Perché so che potresti presentarti, che potresti fare… Ogni tanto mi fai paura».

Poi, in strada e in auto, l’orrore si concretizza e si rivela in tutta la sua efferatezza

«Io mi sto comportando, in base alle cose gravi che fai tu. Al di là del fatto che comunque ti stavo troppo dietro e mi sto un po’ rompendo perché anche io devo andare avanti con le mie cose, ma un giorno, non ti ho dato la buonanotte, wow, la fine del mondo. Mi è venuto da pensare “ok, questo qua è un po’ malato, mi conviene togliergli la buonanotte perché si basa solo su quello che faccio io” – prosegue Giulia –. Ma poi ieri mi sei venuto a dire: “Ah, ma con chi stai scrivendo? Ah, ma sei online? Ah, con con chi parli? Ma hai sentito qualcuno?”. Guardi che cosa faccio. Vuoi sapere ogni singola cosa che faccio. Ci sono cose che voglio tenermi per me, perché mi spaventa quello che potresti fare con quelle informazioni». E aveva ragione Giulia: quell’orrore tenuto, purtroppo, si è concretizzato. E nel più efferato dei modi…

 

 

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