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Il Pride di Milano come una festa dell’Unità tra bandiere palestinesi e insulti al centrodestra. E Schlein se la ride

“Sarà anche oggi una giornata di partecipazione per i diritti di tutti, per i diritti Lgbtqia+ che sono fondamentali e come tali vanno riconosciuti”: aveva esordito con le migliori intenziono la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, sul carro del Milano Pride a fianco della cantante romana Elodie. Come è finita? Con il Festival dell’insulto nei confronti del premier Meloni, del governatore della Lombardia Attilio Fontana e di altri esponenti del centrodestra. Su tutti, il nuovo eurodeputato, il generale Vannacci.

Le foto e i video della festa dell’Unità sotto mentite spoglie parlano chiaro. La Festa dei diritti si trasforma nei diritti a insultare il centrodestra. La festa dell’Amore è l’amore per l’insulto nei confronti di Meloni e altri esponenti del governo e della maggioranza. Una festa che è diventata una kermesse politica praticamente egemonizzata dal Partito democratico con Elly Schlein a guidare il corteo. Nessuna presa di distanza da insulti e scritte offensive nei confronti di esponenti politici avversari. E c’è chi ironizza sui social, come il il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che commenta una foto che ritrae il cartonato con la sua faccia presente al Milano Pride accanto alle insegne dem. “Il Pd – dice il governatore lombardo – non può proprio fare a meno di me. Oggi mi ha portato anche al Pride, che burloni! Chissà, forse arriverà un giorno in cui anche loro non utilizzeranno queste manifestazioni per le solite e arcinoiose strumentalizzazioni politiche”.

Al Milano Pride le bandiere palestinesi e il Pd dimentica Belgrado

Mentre l’ex vice sindaco Riccardo De Corato definisce il Milano Pride “l’ennesimo sabato pro-Palestina, questa volta sponsorizzato anche da Schlein e da altri esponenti dei partiti di Sinistra. Il pride di oggi – osserva il deputato di FdI – assieme ai Centri Sociali, antagonisti e agli anarchici, sono diventati definitivamente al servizio dei partiti di Sinistra. Dell’autonomia indipendente del primo pride nella nostra città è rimasto ben poco. Oramai, questi manifestanti arrivano da tutta Italia e di milanesi è rimasta poca roba”. A proposito di deriva pro-Palestina, come osserva la vicepresidente dei deputati di FdI, Augusta Montaruli:  “Dopo alcune ore dall’attentato di Belgrado che ha colpito l’ambasciata di Israele, ancora nessuna parola di condanna è arrivata dai vertici del PD. Forse in questa calda giornata di fine giugno, erano troppo impegnati a sventolarsi con le bandiere palestinesi presenti al Pride di Milano. È grave che un evento così delicato venga completamente ignorato da certi partiti italiani che non smettono di giocare con l’ambiguità sulla situazione mediorientale, un fronte che si fa sempre più rovente ogni settimana che passa e che non ammette alcun tipo di doppiogiochismo”.

 

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