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Ritornano il giorno dopo del furto ma non sanno che ad osservarli ci sono i carabinieri: arrestati

SAN GIORGIO DI NOGARO. Non è stata la fretta a tradirli, ma la diligenza con cui, il giorno dopo, sono tornati nell’ex ristorante-pizzeria per completare il lavoro iniziato la sera prima, quando avevano portato via le grondaie in rame.

Non potevano sapere che la notte successiva i carabinieri di Polcenigo, sulle loro tracce dall’11 aprile, avevano organizzato un servizio di osservazione, cogliendoli sul fatto e fermandoli, ad alcuni chilometri di distanza, con 460 chilogrammi di rame, cioè la copertura in rame della cucina e i tubi.

Dopo l’arresto dei due, cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso, un terzo indagato è stato fermato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Un’operazione, quella dei carabinieri, che ha visto la collaborazione dell’aliquota operativa della compagnia di Sacile e dei carabinieri di Cordovado e Radiomobile di Pordenone.

L’indagine “Nettuno”, coordinata dal pubblico ministero Marco Faion, ha portato a tre misure cautelari in carcere emesse dal gip del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin nei confronti di tre stranieri responsabili, secondo gli investigatori, di sei furti aggravati in ditte della provincia di Udine e Pordenone per un bottino di oltre 200 mila euro, senza contare i danni.

Si tratta di Danit Mihail, 44enne di origini romene e residente a Preganziol, Daniel Berbaj, albanese classe 1976 residente a Treviso (entrambi arrestati in flagranza la notte tra il 25 e il 26 giugno) e Alkond Binjaku, classe 1960, di origine albanese, prelevato venerdì nell’abitazione di Godega di Sant’Urbano. Gli viene contestata solo una parte dei furti e attende in carcere l’interrogatorio di garanzia.

I carabinieri si sono messi sulle tracce dei tre dopo il furto messo a segno nella notte tra il 10 e l’11 aprile alla Sologas srl di Polcegnigo, dalla quale sono stati rubati circa 5 mila contatori dell’acqua in ottone, del peso di 5 mila chilogrammi: un bottino da 50 mila euro. I ladri si sono poi spostati nella località isolata del “bus dei salt” per rimuovere le plastiche dei contatori.

Gli investigatori hanno scoperto che i ladri si muovevano su un furgone Volkswagen Crafter e una autovettura Volkswagen Polo. Il modus operandi era sempre lo stesso: una volta individuato un locale dismesso o comunque chiuso, vi si introducevano di notte rompendo reti, infissi e lucchetti e asportavano cavi, bobine e altro arrecando importanti danni materiali e strutturali. Secondo la ricostruzione degli investigatori, a maggio è stato messo a segno un altro furto di bobine di rame, asportate nel corso della notte del 20 maggio nella ditta Greening Italy Ewd srl con sede operativa a San Giorgio di Nogaro per un valore totale di 16.500 euro.

A fine mese, secondo l’accusa, Mihail e Berbaj hanno colpito altre volte: tra il 27 e il 29 maggio alla Cimolai spa di San Giorgio di Nogaro, dove all’interno di un capannone dismesso in cui venivano asportate prolunghe elettriche di cavi industriali e cavi di alimentazione dei macchinari industriali contenenti rame, per un valore stimato pari a circa 40 mila euro; nella notte tra il 2 e il 3 giugno alla Chemia sviluppo 1 srl di San Giorgio di Nogaro, da dove sono spariti svariati cavi elettrici in rame dalle canaline su muri e soffitti e diverse blindo barre in rame per un valore di circa 30 mila euro.

Nella notte tra 12 e il 13 giugno, sempre a San Giorgio di Nogaro ma questa volta alla Falcomer srl, altri 30 mila euro in cavi elettrici. Infine il colpo alla pizzeria Napoleone di Castions di Strada, ripulita da grondaie e tubi: 460 chilogrammi di rame che sono costati l’arresto.

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