Valperga, bombe di grandine sugli agricoltori spaccano pure i pannelli fotovoltaici
VALPERGA. «Non cadevano come mitragliate, a raffica. Cadevano come bombe, a distanza l’uno dall’altra. Infatti quelli distrutti sono i pannelli fotovoltaici di casa di mio figlio. I miei, invece sono integri, pur essendo le nostre case attaccate». A parlare è Giuseppe Berta, presidente della sezione Coldiretti di Valperga. Che il giorno dopo la grande grandinata, dove piovevano pezzi di ghiaccio da 181 grammi pesati, conta i danni alla sua azienda agricola.
«La frutta purtroppo – spiega Berta –, neanche la conto più perché quella aveva già patito delle grandinate precedenti, dove non erano caduti chicci grandi come questa, ma che aveva fatto danni. Neanche le tegole, quelle si sostituiscono. Per i pannelli fotovoltaici cercheremo di parlare con chi ha installato l’impianto e con l’assicurazione. Ancora non li avevamo nemmeno ammortati».
L’agricoltura canavesana e del ciriacese conta i danni delle fortissime grandinate e bombe d’acqua che, ieri nel tardo pomeriggio, hanno interessato la zona pedemontana e di pianura tra val Chiusella, valle Orco, valli di Lanzo e basso Canavese.
Le palle di ghiaccio risultate dall’aggregazione dei chicchi, già di per sé di grandi dimensioni, hanno agito come palle da cannone su tettoie, mezzi agricoli, serre, tunnel di semina.
La forza delle acque in valle Orco e un Valchiusella ha eroso strade agrosilvopastorali e interrotto la viabilità ordinaria con rami e chiome schiantati sull’asfalto.
Nelle zone di pianura, soprattutto nella zona di Rivarolo e Banchette si contano i danni sul mais che già stenta a crescere per la mancanza di sole e sul grano, ormai vicino alla maturazione. In questo caso preoccupano gli allettamenti delle piante che preludono alla marcescenza delle spighe e la perdita di chicchi dalle stesse spighe colpite dalla grandine. Desolante lo spettacolo dei chicchi di grano sparsi a terra nel fango e delle spighe spogliate.
«Sicuramente un episodio sempre meno eccezionale – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – L’annata agricola è entrata nella stagione estiva dei raccolto nel peggiore dei modi. Abbiamo il fieno marcito nei prati, fieno che sarebbe sempre più prezioso per la carenza diffusa di materie prime alimentari per gli allevamenti. Lo stesso vale per il grano e per il mais che sta entrando nelle sua fase di crescita più delicata. Pensiamo che la nuova amministrazione regionale non potrà non mettere in campo atti politici concreti per affrontare gli effetti del cambiamento climatico».
La direttrice di Confagricoltura Torino, Maria Luisa Cerale, nota: «Notte d’inferno dalla Valle d’Aosta all’Alto Canavese. Nubifragi, chicchi di grandine come albicocche, frane, comuni isolati, persone evacuate e danni ingenti dalle malghe ai fabbricati di aziende agricole. La Dora esonda o lo farà a breve nel Canavese. Un vero e proprio bollettino di guerra! Confagricoltura Torino si stringe intorno alle popolazioni colpite, in particolar modo è vicina ad allevatori e agricoltori cui assicura sostegno per qualsiasi necessità».