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Parole senza barriere: la Festa della poesia approda in terra slovena

Saranno dodici i poeti protagonisti della Festa di poesia che, puntuale, ogni estate, viene riproposta dalla Fondazione Pordenonelegge.it, una manifestazione organizzata in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, Go!2025 Nova Gorica − Gorizia e il Comune di Pordenone nell’ambito dell’Estate in città.

«Una festa che ha saputo rinnovarsi – così ne parla il suo curatore, Roberto Cescon – e creare interazioni perché le parole della poesia si animano nel nostro sguardo, mostrandoci un altro luogo, al di là di ogni apertura, nel cuore di questa realtà che ci sollecita».

Suddivisa in due serate, debutterà lunedì 1 luglio a Pordenone, alle 21 nella storica sede del chiostro della biblioteca civica.

Leggeranno i loro testi Beatrice Achille, nata a Trieste, dove è stata una delle fondatrici del collettivo poetico ZufZone e una dei curatori dei “Libretti verdi” con il Battello Stampatore; Fabio Franzin, che è nato a Milano e vive a Motta di Livenza, alle spalle tante pubblicazioni, “Case, presepi e altri ritrovi (Ronzani, 2024)” è il suo ultimo libro; Sebastiano Gatto, che vive a Mestre ed è autore, oltre che di raccolte di poesia, di due romanzi brevi per Amos edizioni: “Le sette biciclette di César “(2012) e “Blues delle zucche” ((2015); Luigi Natale, nato a Orotelli (Nuoro), che ha pubblicato alcune sillogi poetiche, ultima delle quali “Neve, vento, sassi” (Molesini, 2024, con un’introduzione dal titolo “La quinta dimensione” di Fabio Finotti); Giacomo Vit, già maestro elementare di Bagnarola, autore di molte opere in friulano di narrativa e di poesia, che ha fondato nel 1993 il gruppo di poesia Majakovskij, con il quale ha dato alle stampe quattro volumi; Julian Zhara, poeta, performer, traduttore, organizzatore di eventi e curatore letterario, nato a Durazzo, che dal 1999 vive in Italia, dove ha pubblicato due raccolte di poesie e ha preso parte a diversi e prestigiosi progetti.

Sarà un’occasione per constatare quanto quest’ultimo anno sia stato ricco per la poesia, con tanti poeti del territorio che hanno pubblicato i loro libri, importanti momenti di un personale lavoro sulla parola.

Il pubblico potrà ascoltare le loro voci, entrare nei loro luoghi, da cui la lingua prende forma, dal Friuli alla Sardegna, dall’entroterra veneziano alla laguna.

La partecipazione è aperta liberamente a tutti, ma si consiglia la prenotazione al numero 0434392970 della biblioteca. Questo primo appuntamento di Pordenone si innesta nel programma di Martedìpoesia, la rassegna di incontri che Pordenonelegge (insieme all’editore e poeta Alessandro Canzian) propone ogni primo martedì del mese nella sede di palazzo Badini e che, dopo la pausa estiva, riprenderà il primo ottobre, incentrata “sull’autunno cantato dai poeti per evocare, di volta in volta, sensazioni e mondi diversi”.

Per il secondo incontro la Festa di poesia 2024 sbarcherà in Slovenia e con il titolo “Go 25! Poeti sul confine” venerdì sarà a Medana, alle 20, nell’azienda vinicola Klinec, immersa nel Collio sloveno, dove si susseguiranno cinque voci poetiche del nostro tempo: Jure Mavrič, Maruša Mugerli Lavrenčič, Michele Obit, Floriana Temperato e Andrea Tomasin.

La serata è organizzata in collaborazione con Francesco Tomada, Ana Geršak (giornalista, editor e promotrice culturale) e la Galleria d’arte Alma Medana, progettata nell’ambito delle iniziative legate al traguardo di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025.

Sarà dunque un incontro speciale fra poeti e poetiche, un confronto delle esperienze di confine fra Slovenia e Italia inscritto nel cartellone Go! 2025 che promuove il tessuto creativo e culturale del Friuli Venezia Giulia e valorizza il patrimonio culturale della nostra regione.

Anche in questo caso la partecipazione è aperta a tutti e si consiglia la prenotazione al numero +38653959409 o tramite mail (klinec@klinec.si).

«I poeti di confine – spiega Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge – hanno vissuto e vivono in quell’area, chissà quante volte sono passati vicino di qua o di là del confine: oggi quelle stesse voci poetiche fanno del confine una metafora di ciò che unisce e rende attraversabili le terre e le culture, in poetica opposizione con i confini che dividono.

Metafora del confine che, in questo caso, è frequentata dalla pratica della traduzione poetica, dal “testo a fronte” che ogni poesia è, da una parte e dall’altra, nella stessa doppia pagina …».

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