Gastroenteriti sul Garda, ho un consiglio per il sindaco: chiuda l’acquedotto (come in Sicilia)
di Alessio Andreoli
Sta (giustamente) facendo notizia il virus nell’acqua (così riportano i giornali) dell’acquedotto che serve Torri del Benaco sul lago di Garda. In brevissimo tempo 900 persone sono state colpite da norovirus e enterovirus che causano forti e davvero spiacevoli gastroenteriti. Una gastroenterite provoca nausea, vomito e diarrea. Non voglio fare ironia sulla quantità di gas serra che 900 persone possono produrre, ma voglio essere proattivo e proporre una soluzione. Ovviamente, come ha fatto il sindaco, si comunica alla popolazione di non utilizzare l’acqua dell’acquedotto e questo è stato fatto subito quando i casi conosciuti erano circa 300; adesso che sono saliti a 900 e che evidentemente l’avviso del sindaco non ha prodotto gli effetti sperati non resta che chiudere i rubinetti dell’acquedotto – immagino ci siano rubinetti, valvole che sezionano i depositi dell’acqua dalla rete di distribuzione.
Parallelamente si applica la filosofia del Lean Enterprise nata in Giappone (noto per l’efficienza delle industrie) tanto cara e di moda nelle multinazionali. Praticamente si va a vedere una best practices per poi replicarla. Per chi non sapesse cosa sia lo spiego velocemente: le best practices lean sono strumenti potenti per trasformare un’azienda, focalizzandosi sull’efficienza operativa, la qualità del prodotto e la soddisfazione del cliente (nel nostro caso i clienti sono i cittadini). Adottarle consente alle aziende di competere efficacemente in mercati dinamici e complessi.
Nel nostro caso la best practices da studiare è già applicata in Sicilia. Chiudendo i rubinetti a Torri del Benaco la popolazione ed i turisti, ovviamente resteranno senza acqua. Si mandano subito il ministro Picchetto Fratin e il ministro Salvini in Sicilia a studiare come riescono i nostri concittadini siciliani a sopravvivere alla perenne mancanza di acqua. Dimenticavo, magari al team di lavoro potrebbe unirsi anche il ministro Lollobrigida, certamente le sue osservazioni come dimostrato in precedenza possono portare un contributo importante. Un ulteriore vantaggio per Salvini potrebbe essere un eventuale sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori della costruzione del Ponte sullo Stretto, insomma due piccioni con una fava. Una volta fatti i dovuti rilievi sui cittadini della Sicilia, annotato tutti i trucchi ed espedienti per farsi la doccia, lavarsi i denti, annaffiare l’orto, farsi il bidè, lavarsi le mani, si fa una bella riunione con Zaia e il sindaco di Torri e si redige un bel piano d’azione, poi velocemente si procede subito alla sua messa in pratica.
Possibile che, e questo vale per tutti i governi che essi siano di qualsiasi colore, che non si riescano ad applicare alcune efficaci metodologie messe in pratica dalle multinazionali per la soluzione dei problemi? Forse Lei, ministro Sangiuliano dall’alto della sua indiscussa e manifesta preparazione, potrebbe salvarci: non crede che sarebbe ora di dare un po’ di lezioni di ripetizione ai suoi colleghi?
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