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Ivrea, amianto interrato negli orti: cantiere fermo. Ora è a rischio il progetto Pnrr da 1,2 milioni

Ivrea, amianto interrato negli orti: cantiere fermo.


Ora è a rischio il progetto Pnrr da 1,2 milioni

Negli orti privati però si continua a coltivare. Comotto: «Parliamo con tutti gli enti per trovare una soluzione»

IVREA. Il vero paradosso è che proprio accanto a dove sono stati trovati residui d’amianto spezzati e interrati, si continua a coltivare. Quel che cambia è solo la proprietà: dove è pubblica è recintato e chiuso, dove si prosegue è privato. Il progetto Pnrr degli orti di San Grato, da un quadro economico complessivo di 1,2 milioni è fermo. Accade per il ritrovamento di rifiuti di fibrocemento, che dovranno essere analizzati per conferma, ma sono stati trovati proprio in corrispondenza di alcune baracche dove c’era presenza di amianto, dunque i dubbi sono solo formali. «Stiamo studiando una soluzione con Città metropolitana - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Comotto -, ma non ci sono impianti di smaltimento in Italia che lavorino terra e amianto insieme. Perché purtroppo, essendo spezzato, non è possibile fare una divisione. Probabilmente dovremo mandarlo in Germania. I costi, però, saranno molto elevati».

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Tutti sapevano a cosa si andava incontro, toccando quegli orti, che infatti erano stati completamente ignorati dalle passate amministrazioni comunali, prima che la precedente presentasse il progetto Pnrr e che questa, invece, iniziasse ad affrontare il problema. Tutti sapevano che in quei giardini, dove pure tanti residenti hanno trascorso momenti felici della loro vita, c’erano alcuni punti, trasformati in una discarica a cielo aperto. E tutti sapevano della presenza di baracche in amianto, di cui La Sentinella aveva spesso scritto. Quello che non si sapeva, però, è dell’amianto interrato. Non si tratta di quantità elevate, ma di alcune lastre spezzettate in alcuni giardini. Così l’amministrazione comunale, dopo aver pulito tutta la zona e conferito in discarica tutto il materiale trovato in superficie, ha sospeso il cantiere in attesa di avere contezza del fenomeno dell’interramento e alla ricerca di una possibile soluzione.

Il progetto Pnrr da 1,2 milioni, che prevedeva la costruzione di nuove casette e l’assegnazione di orti più ordinati alle famiglie eporediesi, è ora a rischio. Il Pnrr prevede infatti dei tempi stretti e precisi, che ora non è più certo possano essere rispettati. Tra l’altro il Comune ha già versato il 30% di anticipo alla ditta che si sta occupando dei lavori, che costeranno in tutto 900mila euro circa.

L’amministrazione, però, non si arrende. «Stiamo cercando di parlare con il Ministero - spiega Comotto - e capire se possiamo utilizzare il ribasso d’asta per la bonifica. Io sono ancora fiducioso. Potevamo lasciare tutto così, come è stato fatto per anni. Sappiamo che c’erano e ci sono difficoltà, se vogliamo portare a termine un progetto del genere, ma proveremo a superarle. Anzi, ora le abbiamo individuate con precisione e sappiamo qualcosa in più rispetto a prima».

Resta anche la questione degli abbandoni di rifiuti, che il Comune monitora con videocamere. «Sono convinto - precisa Comotto -, che se riusciremo a innescare processi virtuosi, la gente si autocontrollerà».

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