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Inside out 2: Riley è tornata e siamo tutti un po’ come lei

di Raffaella Gallucci

Inside out 2, pellicola del 2024 – per la regia di Kelsey Mann colpisce gli spettatori, non è un caso che abbia in poco più di 15 giorni raggiunto un miliardo di incassi. Un viaggio che ci fa rivivere le paure e le insicurezze dell’adolescenza.

Dopo il successo avuto nel 2015, con il primo Inside Out, la Pixar ripropone la nuova pellicola nelle sale cinematografiche, dopo un lungo periodo di assenza. La casa di produzione si era purtroppo dedicata a lavorare in maniera esclusiva sulla piattaforma Disney plus. Personalmente ritengo che questa scelta sia stata sbagliata anche perché i suoi prodotti portavano tanti spettatori nelle sale, con cifre da record.

La scelta è stata fatta dell’ amministratore delegato della Disney, Bob Iger, che si è mostrato di essere un grande sostenitore dei sequel dei grandi brand: da qui il ritorno di Inside Out 2.
Ritroviamo ancor più belli, definiti e fiduciosi del futuro di Riley i soliti personaggi che si sono fatti amare sin dall’inizio: il personaggio di Gioia con il suo ottimismo, quello di Tristezza con un pizzico di “spensieratezza”. Oltre a loro ricompaiono Rabbia ancor più arrabbiata e, infine, Disgusto e Paura che colpiscono in quanto sono fortmente caratterizzati nei loro tratti emotivi.

Ai personaggi del primo film si sono aggiunti nuovi coinquilini. Ridley è cresciuta, è arrivata alla pubertà ed è per questo che nuovi personaggi si sono aggiunti al gruppo dei primi. C’è Ansia che fa da padrona a questa nuova e inedita banda composta da Invidia, Imbarazzo e “Ennui”, cioè noia. Gli autori hanno trovato stravagante chiamarla con un nome così diverso. Il fatto è che Riley non sa’ cosa le stia succedendo e non capisce come affrontare i cambiamenti che le stanno capitando: dalla crisi con le amiche storiche sulla scelta del liceo da frequentare alla selezione ed eventuale ammissione nell’ambita squadra di hookey.
Ansia, pensando di fare il bene di Riley prende il comando al posto di Gioia e comincia a farla agire secondo la sua visione. L’ansia crea ansia e quindi i suoi comportamenti danneggeranno Riley da lì in poi.

La regia di Kelsey Mann non ha nulla da invidiare a quella della prima pellicola: asciutta e semplice nei momenti in cui c’è ne bisogno e dinamica e interattiva nelle sequenze clou della pellicola. Molto apprezzato il momento dell’attacco di panico, messo in scena in maniera molto realistica.
La musica di Andrea Datzman non riesce tuttavia a competere con quella del maestro Michael Giacchino che aveva composto le musiche del primo Inside Out. Di questa seconda pellicola ricordo solo il main theme padrone del brand.

Ci siamo mai chiesti cosa succede nella nostra mente quando ci sentiamo sopraffatti? La pellicola stessa mira a rispondere a questo quesito.
Le mani che tremano, la gola che si stringe, il sudore del viso e lo sguardo che si perde: queste sensazioni sono rappresentate in modo così realistico da rendere impossibile il non immedesimarsi.
Attraverso una rappresentazione toccante e autentica di queste emozioni il film ci invita a far diventare questo argomento un tema di discussione pubblica.

Inside Out 2 desidera avvicinarsi al cuore di un pubblico giovane insegnandogli che l’ansia esiste e rappresenta una parte normale della vita. Al contempo si rivolge anche agli adulti offrendo un’opportunità di riflessione e crescita personale.

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