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Aggredite al Napoli Pride a colpi di casco: “Fate schifo, dovete morire”. Il racconto: “Sulla mia fidanzata si sono accanite in tre”

I soliti (miserevoli) insulti e poi le botte. E’ bastato qualche schizzo partito da una pistola ad acqua per far scatenare un’aggressione nei confronti di una coppia di fidanzate che stava partecipando al Napoli Pride di sabato scorso. Mentre il corteo stava passando da via Toledo, le due, racconta il presidente di Antinoo Arcigay Napoli Antonello Sannino, “giocavano con due pistole ad acqua schizzando alcuni passanti”. Lì due giovani, sorelle, sui 18 anni, hanno fatto partire l’aggressione. “Mi hanno versato una lattina di aranciata addosso e si sono scagliate contro di me – ha raccontato una delle due partecipanti alla manifestazione in un’intervista a Fanpage – Le nostre amiche si sono intromesse e ci hanno tirato da parte, ne siamo uscite solo con qualche graffio”. Il condimento prevede anche offese omofobe: “Lesbiche di m…“, “fate schifo“. Ma non è finita lì: quando il corteo si è fermato a piazza Carità, le due sorelle si sono ripresentate insieme ai genitori (di circa 40 anni) e hanno ripreso l’aggressione utilizzando caschi e tirando i capelli alle due ragazze, racconta ancora Sannino. “Le due sorelle e la madre ci hanno aggredito, ci hanno colpito ripetutamente alla testa” prosegue la coppia nel racconto al giornale online. “Sulla mia fidanzata si sono accanite in tre, – dice una – l’hanno buttata a terra, le hanno strappato i capelli. Lei è stata colta da un attacco di panico, per fortuna è intervenuta la polizia che si trovava nei paraggi”. Sul luogo è intervenuta una volante della polizia – che stava seguendo l’ordine pubblico – che ha fermato e identificato le responsabili dell’aggressione. Le due vittime si sono fatte refertare al pronto soccorso (7 giorni la prognosi) e poi hanno sporto la denuncia in questura. “Ora sono in contatto con l’ufficio legale di Antinoo Arcigay Napoli che le affiancherà in tutto il percorso processuale, valutando anche di costituirsi parte civile”, aggiunge Sannino. Le vittime dell’aggressione sottolineano ancora a Fanpage: “Nessuno tornerebbe indietro, addirittura armato di casco, per un po’ d’acqua addosso. La motivazione principale dell’aggressione è stata l’omofobia. Mentre ci picchiavano ci chiamavano ‘Lesbiche di m…, dovete morire’. Il motivo non era lo spruzzo d’acqua, era l’odio“.

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