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Treviso, troppi furbi della sosta: anche l’auto delle Poste nello stallo disabili

A ognuno di noi (o quasi) sarà capitato almeno una volta di pensare (e agire di conseguenza): «Non si trova un posto che sia uno in centro, la metto cinque minuti nei posti auto col simbolo della carrozzina. Ma proprio cinque minuti. Dieci al massimo, dai. Un quarto d’ora, via».

Deve averlo pensato anche l’impiegato di Poste Italiane che l’auto con l’insegna della spa l’ha lasciata nello stallo disabili di fianco alle Poste centrali lo scorso 13 giugno, alle 15. Per qualche minutino in più, per la verità. Ma gli è andata bene, come è andata bene a decine, centinaia, migliaia di automobilisti (a seconda del lasso temporale che consideriamo) che quotidianamente sostano in centro nei posti per il pass invalidi senza essere invalidi e senza avere il pass.

Oppure sostano in divieto a ridosso dei posti per disabili (succede quasi sempre, in piazza Vittoria).

Le Poste però non menano il can per l’aia e si scusano, confermando che non sottovalutano il problema e sono un ente serio: «Poste Italiane desidera scusarsi per l’accaduto. L’Azienda intende altresì ribadire il proprio impegno orientato al corretto utilizzo delle auto aziendali e ricorda infine che i dipendenti sono sempre chiamati al rispetto delle regole del Codice della Strada».

Le foto in questa pagina sono state scattate in pochissimi giorni. Fate voi due più due.

Non altrettanto bene è andata ad un invalido totale al cento per cento, portatore di grave handicap certificato dall’Inail, che il 31 maggio, sotto un acquazzone, non trovando un solo posto per disabili libero, ha osato sostare, col pass disabili, in uno stallo riservato ai motocicli a due passi da piazza Vittoria. Multa (quasi) immediata.

E multa pagata «perché ho commesso una scorrettezza, sia pure indotta dall’inciviltà altrui» ammette il diretto interessato.

Che poi ha pensato di scrivere una pacata mail al sindaco di Treviso, non per farsi togliere la multa, ma per raccomandare che gli stalli per disabili vengano monitorati dalla polizia locale e magari, oltre a multare gli invalidi totali, si multino anche i furbi.

Ma a quanto pare, furbi non ce ne sono. O almeno, non ce n’erano, proprio quel 31 maggio, perché la polizia locale gli ha risposto che quando è stato contravvenzionato, tutti gli stalli per disabili erano occupati da disabili veri.

Quando si dice la sfortuna!

Il problema, del resto, non è che riguardi solo Treviso.

Giuseppina Cicatiello, dell’Anmil (Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) di Conegliano, conferma che il malcostume della sosta selvaggia è atavico, e lancia un nuovo appello: «La responsabilità è dei Comuni, devono fare di più. Abbiamo chiesto a tutti i sindaci che si sono succeduti di aumentare il numero dei parcheggi per invalidi, e segnaliamo gli abusi alla polizia locale. Spesso ci sentiamo rispondere che non possono intervenire senza ordine del sindaco, oppure che non hanno pattuglie in giro o che verranno più tardi».

Le auto in sosta selvaggia, quindi, possono stare tranquille.

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