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Trieste, Polizia locale armata da Barcola a Opicina

Trieste, Polizia locale armata 


da Barcola a Opicina

Tutti gli agenti del quarto Distretto già dotati di Glock: sono i primi dopo quelli dei nuclei specializzati. Il prossimo passo prevede il coinvolgimento anche dei cinquanta operatori del reparto motorizzato

TRIESTE. Entreranno in servizio armati di Glock, la semiautomatica capace di 17 colpi, per garantire anche con la pistola la sicurezza sull’altipiano. Sono i nove agenti della Polizia locale del quarto Distretto, che per primo, fra tutti quelli distribuiti sul territorio comunale, ha avuto in dotazione l’arma.

Una scelta, quella di fornire l’arma gli operatori del quarto Distretto, dopo quelli in forza ai nuclei specializzati, «dettata – ha spiegato ieri l’assessore alle Politiche della sicurezza Caterina De Gavardo – dal fatto che negli ultimi mesi qui si sono registrati alcuni episodi che ci hanno fatto propendere per una soluzione di questo tipo».

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Il comandante della Polizia locale, Walter Milocchi ha indicato inoltre come «la competenza territoriale del quarto Distretto non si limita alla sola Opicina, ma comprende anche tutta la parte del Carso che arriva fino a Basovizza da un lato e a Santa Croce dall’altro, oltre che alle aree di Cologna, Scorcola, Gretta e Barcola, particolarmente importante quest’ultima nella stagione estiva, dove peraltro anche altre forze dell’ordine garantiscono il controllo del territorio».

 Contando anche i nove del IV Distretto, a tenere nella fondina la Glock semiautomatica sono già 90 operatori della Polizia locale, su un organico di 250 tra agenti, sottufficiali e ufficiali.

I primi quattro agenti armati erano entrati in servizio il 27 giugno dello scorso anno. L’arma, ad oggi, non è mai stata utilizzata.

I nuclei a essere stati dotati del dispositivo sono stati prima quello di Polizia giudiziaria (Npg) e quello per gli interventi speciali (Nis). Poi la dotazione è stata estesa agli operatori del Nucleo contrasto violenza stalking e abusi, quello dedicato alle tecnologie stradali, i Nuclei specialistici della Polizia commerciale, ambientale ed edilizia, il Nucleo informativo e quello specializzato nel falso documentale.

Il piano – sono già state acquistate complessivamente 160 Glock – prevede che l’armamento venga poi esteso ai 50 operatori che afferiscono al reparto motorizzato, la struttura che garantisce la maggiore mobilità e rapidità di intervento sul territorio comunale. Questo passaggio consentirà alla Polizia locale di garantire il servizio sulle 24 ore, mentre oggi il turno notturno termina alle 2. Questo in considerazione che la normativa nazionale pone come condizione per il turno notturno l’armamento e l’opportuna formazione degli operatori.

A quel punto, nel corso della notte il territorio del comune di Trieste sarà presidiato – sempre nel quadro di un piano predisposto dalla Prefettura, che ripartisce zone e compiti – oltre che dalle pattuglie della Polizia di Stato e dai Carabinieri, anche da quelle della Polizia locale.

Gli operatori del reparto motorizzato – molti di loro sono di recente assunzione – stanno terminando la loro sessione specifica per la dotazione dell’arma, ma nei mesi scorsi hanno dovuto fare i conti con un imprevisto. Il poligono di Opicina, dove conseguono poi il certificato di maneggio della pistola, è stato posto sotto sequestro dalla Procura per oltre quattro mesi, spingendo alcuni agenti in formazione a deviare verso quello di Udine. Ora che i rumori emessi dalla struttura sono rientrati nei limiti di legge, il poligono è stato dissequestrato e quindi anche le sessioni dedicate alla Polizia locale possono riprendere.

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Tornando all’armamento degli operatori in forza al quarto Distretto, il nuovo responsabile di quella struttura, il vice commissario Fabio Sgambati, ha evidenziato che «il territorio di nostra competenza è molto particolare, in quanto si tratta di un’area di retro valico, caratterizzata da un intenso traffico di mezzi e da un notevole passaggio di persone».

Per questo motivo, «per la specialità del nostro compito rispetto a quello che può riguardare i Distretti del centro cittadino – ha aggiunto Sgambati – siamo stati scelti per primi quando si è trattato di stabilire le priorità nella diffusione dell’arma».

Milocchi, a questo proposito, ha ricordato come «gli agenti del quarto Distretto hanno recentemente partecipato anche a operazioni di controllo sui passeur». Operazioni che «sono state coordinate dalla Dia, in collaborazione con la Polizia giudiziaria», ha precisato l’assessore De Gavardo.

La “Glock semiautomatica modello 17 gen 5 fs calibro 9x21”, di fabbricazione austriaca e importata dall’altoatesina Bignami, viene inserita in una fondina con quattro livelli di sicurezza, onde evitare a eventuali malintenzionati di sfilarla agevolmente. Insieme all’arma, gli operatori hanno in dotazione il “tonfa”, ovvero il manganello, e ovviamente le manette.

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