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Ivrea, oltre 7mila km in bici negli Usa: «Esperienza che resta dentro

IVREA

Dopo 26 giorni, 9 ore e 27 minuti termina, in decima posizione (scusate se è poco), la lunga traversata, poco meno di 7mila km e 55mila metri di dislivello, di Maurizio Pitti negli Stati Uniti.

Maurizio Pitti, volto noto in città per il suo lavoro nella polizia municipale, era volato negli Stati Uniti, per tentare di compiere la “Trans America Bike 2024”, partita lo scorso 2 giugno, prestazione che, in solitaria ed in autonomia a bordo della sua bicicletta, prevedeva la traversata degli Stati Uniti, da Astoria, sull’Oceano Pacifico, a Yorktown, sull’Atlantico.

Nel tardo pomeriggio di sabato 29 giugno, dopo un breve scambio di messaggi WhatsApp siamo riusciti a metterci in comunicazione con Maurizio Pitti, felice e raggiante al termine della sua prova indimenticabile ed entusiasmante: «Il 28 giugno, dopo 26 giorni, 9 ore e 27 minuti sono arrivato a Yorktown il punto più a est degli Stati Uniti concludendo così la mia traversata di circa 7.000 km. A Yorktown scatto le fotografie ricordo. È finita finalmente, dopo numerosi acciacchi, tanta fatica, alcuni momenti di difficoltà, la crisi finale, l’assenza di forze, qualche lacrima ma con annessa tanta felicità. Ho la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza di quelle che ti toccano, ti restano dentro». «Sono arrivato con in corpo una forza che mi permetteva di compiere le ultime interminabili pedalate – agginge – forza fornitami grazie al supporto di un gruppetto di persone composto da organizzatori, appassionati oltre ad alcuni ciclisti già arrivati che erano lì ad aspettarmi ed applaudirmi così come fanno ad ogni concorrente. È stata davvero una grande emozione, una di quelle che mi rimarranno per sempre scolpite nel cuore e nella mente. Sono arrivato alla meta sicuramente stanco - continua - dopo sei notti passate in giro per gli Stati Uniti a dormire in tenda, nei post office o sotto ripari trovati lungo il percorso. Oggi provo grande felicità per questa che definisco un’impresa straordinaria, anche se si tratta solo di pedalare, perché davvero è un qualcosa di particolare, unisce l’avventura, il viaggio e l’aspetto sportivo mescolandoli con tutta una parte emotiva che è difficile se non impossibile da descrivere». Sottolinea: «A caldo quello che più mi ha toccato è stata sicuramente la fatica, il dover superare momenti difficili dovuti a stanchezza e dolori fisici, ma come contraltare c’è stata l’emozione e la felicità mista a stupore nel passare in posti stupendi come il Montana, il Colorado, il Kansas solo per citarne alcuni». «Un grazie sicuramente va alla mia famiglia ed a mia moglie che mi ha supportato anche nei momenti più difficili oltre a tutti gli amici e conoscenti che seppur da lontano mi hanno esortato a non mollare e ad andare avanti. Un particolare ringraziamento anche al Comune di Ivrea e alla polizia municipale - conclude Maurizio Pitti - che mi ha permesso di prendermi le dovute ferie e che comunque mi ha supportato in questo periodo. Un’immagine su tutte? Il puntino sul monitor del mio telefonino che lentamente si muoveva dal Pacifico all’Atlantico».

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