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L’appello di una ragazza nata da maternità surrogata: “Accanimento giuridico contro di noi. Non condannate altri bimbi allo stesso calvario”

Fiorella Mennesson è una di due sorelle nate nel 2000 attraverso la gestazione per altri negli Stati Uniti. Sua madre Sylvie Mennesson, italo-francese, scopre nel 1998 di avere una malattia che le impedisce di portare avanti una gravidanza. Insieme al marito Dominique, decide di tentare la strada della GPA vietata in Francia. La coppia si reca quindi negli Stati Uniti, dove la pratica è legale e normata, e nel 2000 nascono Valentina e Fiorella.

Dominique e Sylvie vengono registrati come genitori nei certificati di nascita statunitensi, ma in Francia le autorità locali si rifiutano di trascrivere i certificati e inoltrano una segnalazione alla Procura. Da lì inizia una lunga battaglia legale conclusasi solamente nel 2019, con una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha stabilito il dovere di riconoscere il rapporto di filiazione tra i nati all’estero da GPA e la madre intenzionale. Sylvie e Dominique sono co-presidenti dell’associazione Clara, creata per difendere i bambini nati attraverso la GPA all’estero, che ha promosso e sottoscritto, insieme all’Associazione Luca Coscioni, il “Manifesto per la GPA”, un manifesto nato da una rete di associazioni europee per promuovere buone normative in tema di GPA in ciascuno Stato membro e in tutta Europa,

Le sorelle, ormai adulte, hanno scritto due libri di testimonianza e lanciato una piattaforma per riunire i bambini nati attraverso la maternità surrogata. “La nostra famiglia in Francia – racconta – incarna la lotta per il riconoscimento dei bambini nati con la GPA all’estero. Ho dovuto aspettare fino ai 19 anni per essere riconosciuta legalmente come figlia dei miei genitori, nonostante lo fossero da sempre. In 19 anni abbiamo vissuto un calvario giudiziario con 16 sentenze, un incredibile tormento legale e umano che ha segnato ogni nostro compleanno. Finalmente, il 4 ottobre 2019, la Cassazione ha autorizzato la trascrizione del mio stato civile americano sui documenti francesi, un semplice atto che ha richiesto 19 anni di sofferenza. Vogliamo che nessun altro bambino debba mai subire questo calvario. Un bambino ha bisogno dei suoi genitori, non di sentenze o dibattiti sulla sua identità. Se abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, è grazie all’amore che ci lega.”

L’avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, ha elaborato insieme ad altre associazioni e con esperti la proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale, quindi senza commercializzazione depositata alla Camera e in Senato. “Se in Italia venisse approvata la legge contro la maternità surrogata, tante famiglie subirebbero lo stesso calvario giudiziario visto altrove. Inoltre, il sistema giudiziario verrebbe sovraccaricato di processi destinati a risolversi a vantaggio delle famiglie aggredite, imponendo un’inutile sofferenza a genitori e bambini. È essenziale considerare le implicazioni umane e pratiche di una simile legge, che rischierebbe di trasformarsi in un incubo giudiziario per molti cittadini innocenti”

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