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Terence Killeen: «Celebrare Joyce più facile che leggerlo. A Trieste però è vivo»

Terence Killeen: «Celebrare Joyce più facile che leggerlo. A Trieste però è vivo»

foto da Quotidiani locali

Si chiude oggi, giovedì 4 luglio, la 26° Trieste Joyce School, un'edizione che conferma il successo della formula, collocandola tra i maggiori eventi joyciani internazionali. Protagonista di quest'ultima giornata sarà Terence Killeen, giornalista dell'Irish Times e membro del James Joyce Center di Dublino, autore di ”Ulysses unbound; a reader's companion to James Joyce's Ulysses” e curatore anche quest'anno del seminario su “Finnegans Wake”. Gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue impressioni sulla città e la Scuola.

Killeen, lei è stato tra i più assidui partecipanti alla Scuola Joyce. Cosa connota quest'evento rispetto agli altri organizzati nel mondo in onore di Joyce?

«La Joyce School è caratterizzata da un'atmosfera unica, fatta di calore e cordialità. A Trieste vive ancora lo spirito di Joyce, più che in altri luoghi. Certo il clima e la peculiare bellezza della città aiutano: è un luogo davvero piacevole e rilassante da visitare. Ma è soprattutto la qualità delle persone che vi s'incontrano e l'accoglienza a far la differenza. Si parla tanto della mitica ospitalità irlandese, ma Trieste non è da meno!».

Negli anni trova che Trieste sia cambiata?

«È molto migliorata rispetto alla città che visitai per la prima volta alla fine degli anni '80. I restauri delle facciate hanno contribuito molto alla sua valorizzare. Per fortuna è riuscita a mantenere una certa qualità della vita fuori dal tempo che mi colpì da subito. Venire a Trieste è per me come tornare in un luogo di villeggiatura preferito, dove si desidera essenzialmente che le cose rimangano sempre uguali a quella prima magica esperienza - e per molti versi, è ancora così».

In questi giorni la comunità joyciana è scossa dalla notizia che Fritz Senn, il 96enne decano degli studi joyciani, è stato costretto ad abbandonare l'International Joyce Symposium a Glasgow, per l’accusa d'aver molestato una studentessa. L'Irish Times ha dato molto risalto a questo fatto...

«È un argomento molto spinoso. Non giustifico alcun eventuale comportamento inappropriato da parte di Fritz Senn o di chiunque altro. Ma c'è una fazione che ritiene di dover portare alla luce presunti comportamenti sessuali scorretti, che percepisce come endemici nel mondo dei joyciani. Non credo proprio che sia questo il caso. Deploro quindi l'uso d'una campagna giornalistica con l'inevitabile scopo di provocare conflitti e divisioni nella nostra comunità, che ho sempre trovato essere una realtà aperta e accogliente».

Nell'”Ulisse” Bloom reclama l'«unione di tutti, ebrei, musulmani e gentili» ma anche «mai più patriottismo da ubriaconi e impostori idropici. Libero denaro, libero amore e una chiesa libera e laica in uno stato libero e laico».

«Sì. Tuttavia, si tratta di un momento utopico del testo, e non è chiaro quanto seriamente dovremmo prenderlo. Come obiettivo resta irraggiungibile, d'altronde tali prospettive visionarie ci forniscono uno scenario a cui tendere, per quanto la realtà ne sia lontana».

Il centro di Dublino è ancora pieno delle tende dei rifugiati respinti dal governo inglese?

«Le tende sono diminuite, perché le autorità hanno dato un deciso giro di vite costringendo gli immigrati a spostarsi in periferia. Tutto ciò è destabilizzante per il paese e sta favorendo l'ascesa dell'estrema destra».

Delinquenza giovanile, crisi della compagnia di bandiera, l'Air Lingus, scandali e corruzione, come vede l'Irlanda nel nuovo millennio?

«Il Paese si trova certamente ad affrontare alcune sfide concrete, in parte causate da una forte espansione demografica, con conseguente aumento della domanda di alloggi e assistenza sanitaria, che non ha trovato risposte adeguate. In generale lo sciopero bianco dei piloti raccoglie poca simpatia, perché considerati già ben remunerati nonostante affermino il contrario. D'altra parte, il governo è molto stabile e probabilmente rimarrà al suo posto anche dopo le prossime elezioni».

Di Joyce si parla sempre tanto, ma quanto è davvero letto in Irlanda e in Gran Bretagna?

«Naturalmente è probabile che non sia mai stato letto da molti irlandesi che partecipano entusiasti al Bloomsday. Celebrarlo è molto più facile che leggerlo! Gran parte del contenuto delle sue opere, in particolare “Finnegans Wake”, resta però ancora oscuro a molti. Allo stesso tempo, c'è un non piccolo gruppo di lettori davvero devoti, che lo legge in continuazione e lo trova molto appagante!». —

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