Wimbledon: commovente Fearnley, ma Djokovic alla fine la risolve
[2] N. Djokovic b. [WC] J. Fearnley 6-3 6-4 5-7 7-5
Jacob Fearnley, take a bow @DjokerNole and the Centre Court crowd give the 22-year-old Brit a big applause after a great showing at his first #Wimbledon pic.twitter.com/pIdFriy6Ci
— Wimbledon (@Wimbledon) July 4, 2024
Per la diciottesima volta in carriera, e ben 19 anni dopo l’ultima volta, Novak Djokovic raggiunge il terzo turno a Wimbledon. un risultato diventato negli anni scontato ma che rimane una pietra miliare tutt’altro che banale. In questa edizione del 2024 ci arriva dopo una partita molto divertente, a tratti anche faticosa, contro la wildcard Jacob Fearnley. Il giocatore di casa (di Edimburgo, non di Glasgow come l’unico britannico capace di battere Nole a Wimbledon) ha lottato facendo il possibile e a tratti anche di più, regalando un pomeriggio godibile agli spettatori del Centrale, andando anche vicino a forzare il quinto set.
Alla fine l’istinto da campione del serbo e la tensione hanno però regalato la vittoria a un Djokovic opaco, da testare ancora. Affronterà al terzo turno (dove ha perso solo due volte, nel 2005 contro Grosjean e nel 2016 contro Querrey) Alexey Popyrin, giustiziere della tds n.30 Tomas Etcheverry.
Le parole a caldo del serbo: “Jack ha giocato benissimo, affrontare un britannico a Wimbledon é difficile. Ha servito molto bene, c’era tanto vento, nel quarto mi ha reso la vita difficile. Forse potevo vincere in tre, ma potenzialmente meritava di andare al quinto per come abbiamo giocato entrambi. Ma sono felice di non esserci arrivato. Non so se oggi ho avuto la mentalità del campione, non ero del tutto a mio agio. Questa vittoria mi ha fatto guadagnare, mi prendo questo successo, spero di giocare meglio il prossimo turno. Oggi dovevo fare di più nel terzo, ma le condizioni erano complicate, ho fatto qualche doppio fallo, le cose possono cambiare. Mi sono sentito bene fisicamente, ma sicuramente posso giocare e muovermi meglio di così“.
Primo set: Djokovic attende, punge quando serve
Dai primi 7 game emerge un Djokovic cauto, che sembra ogni tanto stuzzicare Fearnley per capire che tipo di avversario si trovi di fronte. Non ci sono occasioni in risposta da ambo le parti, con il britannico che mostra buona solidità e sembra riuscire ad ammortizzare l’emozione del palcoscenico. Ma, alla minima accelerazione del n.2 al mondo, le carte vengono scompigliate. Nell’ottavo game Djokovic cambia quanto basta il ritmo in risposta da impedire alla wildcard di tenere alla pari, per poi chiudere in scioltezza nel gioco successivo al servizio.
Secondo set: Fearnley ci prova, a Nole basta il compitino
Fearnley dimostra, anche sfruttando un Nole non certo al suo massimo, di voler provare il colpaccio. Sul lato del rovescio dimostra ottima manualità, spesso cambiando lungolinea e trovando un’ottima sponda tramite la quale infastidire l’avversario, costretto ad annullare anche palla break nel quarto game. Che fa da preludio a un copione che ricalca il primo parziale: infatti poco dopo Djokovic decide di dare una scossa alla situazione, e nel settimo gioco, di forza, strappa il servizio al britannico. Un altro set che sa tanto di formalità, come in effetti dimostrerà una chiusura agevole quanto quello del primo, stavolta piazzando un ace a mettere la parola fine. E soprattutto a dare 2 set di vantaggio al serbo in solo un’ora e un quarto.
Terzo set: Fearnley dipinge il miracolo. Si va al quarto
Nel terzo parziale arriva prima lo strappo da parte di Djokovic, nel quinto game. Accelerazioni, chiusure a rete, che neanche danno modo di organizzare una reazione al malcapitato Fearnley. E l’urlo di esultanza che suggella il break la dice lunga sul bisogno e la voglia di Djokovic di trovare risposte. Ma, incredibilmente, a trovare LA risposta, é Fearnley. Nel sesto gioco, da lottatore, cerca il massimo, trovandolo dal suo rovescio, recuperando il break e soprattutto confermandolo poco dopo. Due ace consecutivi, dopo una palla break, rimandano avanti il gagliardo beniamino di casa. Che merita, per la volontà e la forza di rimanere attaccato dopo due set e un break di svantaggio, il quarto set. E se lo va a prendere di forza, non passando neanche per il tie-break. Si attacca alla linea di fondo con pazienza nel dodicesimo game, trova profondità…e Nole non trova più il campo. L’ultimo dritto va fuori e permette al britannico di staccare il biglietto del quarto.
Quarto set: Fearnley cede alla distanza. Sospiro di sollievo per Nole
Fearnley non si accontenta di un set e continua a macinare gioco nel quarto. Lascia poco l’iniziativa al serbo e fa sfoggio di ottimi tocchi anche al volo, così da spezzare il ritmo e dare pochi riferimenti a un Nole lontano dal suo meglio. Pesano due palle break per il britannico nel sesto game, che richiedono due punti spaziali da parte del serbo per essere però annullate Da parte sua Jack tiene con tranquillità i propri turni di battuta, senza concedere né palle break ma neanche errori o punti che potrebbero creare dei pericoli. Per sua sfortuna, inizia a tremare proprio nel momento più caldo, nell’undicesimo game. Djokovic gli va a solleticare il dritto, colpo meno sicuro, procurando un errore che genera la prima palla break del suo set. E un bruttissimo doppio fallo la rende in essere, mandando il serbo a chiudere, d’esperienza, nel game successivo. Da rivedere con attenzione il dritto, minato sicuramente dai problemi al ginocchio, andando avanti nel torneo.