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Threads, l’attacco a X è rimandato

Cresce ma non sfonda. A un anno esatto dal lancio è tempo di un primo, parziale, bilancio per Threads, l'ultimo arrivato nella galassia dei social network di proprietà di Mark Zuckerberg (Facebook-Instagram-WhatsApp), concepitto per sfidare e abbattere X del nemico Elon Musk. L'obiettivo non è stato centrato, perché nonostante la simbiosi con Instagram serve tempo per guadagnare consensi e suscitare l'interesse che occorre per fidelizzare gli utenti. Così la partenza lanciata è servita fino a un certo punto, almeno per essere la piattaforma più rapida ad aver ottenuto 100 milioni di download dell’app. Un po' poco, considerato l'abbinamento con Instagram, che ha aperto un varco inesistente per i vecchi social media. Dodici mesi dopo quell'avvio inebriante, i numeri descrivono uno spazio in crescita ma con un ritmo assai rallentato: 25 milioni di utenti mensili in più rispetto ad aprile, per un totale di 175 milioni. Lo dice la stessa compagnia, indicando chi accede alla piattaforma almeno una volta al mese, senza specificare invece gli utenti attivi giornalieri. Cioè coloro che ogni giorno animano le discussioni e offrono spunti di riflessione.

L'obiettivo di Adam Mossieri, cofondatore di Instagram e attuale capo di Threads, è rimpiazzare X come piattaforma delle notizie. Ma tra le tante cose che mancano al suo social media c'è l'equivalente dei trend dell'ex Twitter, utile per mostrare agli utenti quali sono i temi più dibattuti del momento. Pubblicare messaggi da 500 caratteri e poter arricchirli con note vocali, hashtag, immagini e video è un buon punto di partenza per favorire la creazione di contenuti interessanti (qui la nostra prova). Senza un monitoraggio in tempo reale, però, anche le conversazioni più interessanti si disperdono nel mare magnum di post. Un altro punto chiave è la volontà di Threads di mantenersi lontano dalla politica, dopo che Facebook si è più volte scottata negli anni passati. “Non credo che il nostro sia un posto dove mostrare notizie di politiche di persone non seguite da un utente. Credo che possa creare più problemi di quanti ne risolva e sono consapevole delle critiche che ci prenderemo per tale scelta”, ha spiegato Mosseri a Platformer.

L'idea del capo è diventare meno dipendenti da Instagram, poiché si può accedere con lo stesso account, si possono seguire le stesse persone e i contenuti di Threads sono mostrati sul social delle immagini. Dati e accesso separati saranno a breve realtà, ma l'intento di Mosseri è accelerare la crescita su temi verticali: dalla NBA al calcio europeo, dal Met Gala ai Grammy fino al Super Bowl, l'ambizione è portare le persone su Threads per parlare dei grandi eventi. Quelli che lasciano il segno e determinano lo spostamento delle masse, così da innestare il turbo e recuperare il gap da X. Pur senza certezze dopo il delisting dalla borsa che ha eliminato gli obblighi di comunicare alcuni dati, l'ex Twitter gestito da Musk conterebbe su circa 550 milioni di utenti mensili attivi. Al di là del margine di errore della stima, è evidente che Threads debba integrare nuove funzionalità e trovare qualcosa di speciale per evitare di arrovellarsi su se stessa. A dirlo in maniera chiara è proprio Mosseri: “Ci serve tempo per diventare più grandi di X, ma se non ci arriveremo sarà un fallimento”.

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