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I commenti al piano illustrato da Rixi: «Il Friuli Venezia Giulia al centro dello sviluppo infrastrutturale»

I commenti al piano illustrato da Rixi: «Il Friuli Venezia Giulia al centro dello sviluppo infrastrutturale»

foto da Quotidiani locali

Come si inserisce il Friuli Venezia Giulia nei piani di sviluppo infrastrutturale che il governo ha per il Nord Est? Esponenti delle istituzioni, della politica e delle categorie economiche regionali commentano l’intervista rilasciata dal viceministro Edoardo Rixi a Nem.

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La Regione, per tramite dell’assessore Cristina Amirante, lancia un altolà: «Bene il collegamento ferroviario Mestre-aeroporto Marco Polo, purché non rallenti il tragitto dei treni provenienti da Trieste. Lo impediremmo».

L’esponente della giunta Fedriga accoglie con soddisfazione le parole del viceministro sulla spinta alla velocizzazione della linea ferroviaria esistente, ma avverte. Il nuovo collegamento in Veneto non deve andare a detrimento delle necessità del Fvg: «La Regione Fvg controllerà che l’innesto della ferrovia verso l’aeroporto di Venezia non costituisca un allungamento dei tempi verso il Friuli Venezia Giulia. In questo caso lo impediremmo assolutamente». Il timore della Regione è che la fermata al Marco Polo diventi obbligatoria per i tutti treni provenienti da Trieste: «Un conto è il treno che va a Roma e poi prosegue a Fiumicino, un altro è se tutti i treni che vanno a Roma si fermano a Fiumicino – spiega Amirante –. Se così fosse in questo caso, perderemmo tutti i benefici dei lavori Pnrr sulla Trieste-Venezia, che con gli interventi sul Tagliamento e l’Isonzo ci consentirebbero di fare accelerare i treni fino a 200 chilometri all’ora».

Quanto alla portualità, la Regione ricorda al governo la necessità di introdurre formule di tassazione che non comportino svantaggi per i nostri porti, e conferma il proprio interesse «per la filiera del carburante», a partire dal metano liquefatto. Infine un accenno al fenomeno crocieristica, che ha visto spostare i traffici di grandi navi da Venezia a Trieste: «Un fenomeno da cui difficilmente si tornerà indietro».

Il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti osserva: «Positivo l’ammodernamento della linea Trieste-Venezia, che attendiamo da tanto tempo. Non ho percepito però uguale attenzione sulla linea Venezia-Pordenone-Udine-Tarvisio, la Pontebbana, che è un’altra direttrice ferroviaria alla quale si collegano importanti infrastrutture logistiche, come l’interporto di Pordenone». Il governo andrebbe inoltre coinvolto, aggiunge, «nella realizzazione in modalità autostradale della Cimpello – Sequals – Gemona, asse fondamentale per l’intera regione e i suoi insediamenti industriali».

La deputata Pd Debora Serracchiani invita a parlare «di risorse e non solo di programmi e risultati che dovremmo vedere nel futuro»: «Più di un anno fa – ricorda – in campagna elettorale il ministro Salvini è venuto a Trieste promettendo “un investimento per velocizzare e potenziare” la tratta ferroviaria Trieste-Venezia e assicurando che i fondi “ci saranno assolutamente”». Ora però, spiega la deputata, si stanno realizzando le opere programmate da anni da Rfi con le risorse che già c’erano: «Il sottosegretario Rixi è politico competente in materia di trasporti, mi auguro si adoperi con il suo ministro per trovarne di nuove e avvicinarsi al miliardo e 800 milioni che serve per realizzare davvero la velocizzazione. Altrimenti sono solo buoni auspici. Spero poi la linea veloce Venezia-Trieste non sia finalizzata solo al servizio dell’aeroporto Marco Polo ma anche a quello di Ronchi, dove la stazione ferroviaria c’è già da anni». Quanto alle grandi navi, sono «un valore aggiunto» ma bisogna tener conto della tenuta della città, anche ambientale, e per il porto «avrei voluto sentire da Rixi parole più chiare sulla missione che si vuole affidare a Trieste come porto commerciale, dopo i grandi risultati ottenuti da D’Agostino».

Dice il presidente di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo: «Abbiamo bisogno vitale di mettere in piedi infrastrutture che languono da decenni, così come anche di ripristinare, vedi Monte Croce Carnico, viabilità danneggiate e che rappresentano importanti collegamenti con i Paesi contermini, in tal caso verso un asse basilare come quello verso nord». Per Da Pozzo, la partita dell’infrastrutturazione, «interpretata con una progettazione che usi un “vocabolario” attuale e moderno, e fatta in modo intelligente e sostenibile, è chiave per l’attrattività stessa di questa regione, anche dal punto di vista turistico e di qualità della vita». Il territorio può essere facilmente collegato agli epicentri economici del continente: «Ormai vivere qui può essere preferibile, per imprenditori, manager e non solo, a vivere nella periferia di Milano o di altre grandi città, se ci sono i mezzi e le infrastrutture che ci consentono di raggiungere questi centri in tempi ben più che ragionevoli».

Stefano Visintin dell’associazione Spedizionieri del Porto di Trieste del Fvg, pone l’accento sull’alta capacità: «È quel che a noi serve. Grazie ai fondi Pnrr si stanno facendo investimenti che consentiranno il passaggio di treni più pesanti, lunghi almeno 750 metri. È una questione tecnica ma anche culturale: si insiste spesso sulla velocizzazione della linea, e qui si è fatta la condivisibile scelta di migliorare la linea esistente, ma a noi interessa la capacità. Questa necessità si somma poi al bisogno dei passeggeri di un trasporto veloce, e a quello dei pendolari di un trasporto regolare. Esigenze diverse che possono sposarsi in un’infrastruttura consona».

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