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Francia, Marine Le Pen traccia la “linea rossa”: “Con Bardella premier non ci saranno nostri soldati in Ucraina”

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Con Jordan Bardella premier la Francia non invierà truppe in Ucraina e dirà no all’utilizzo delle proprie armi per colpire obiettivi in territorio russo: a chiarirlo è stata Marine Le Pen in un’intervista alla Cnn. “Se Emmanuel Macron vuole mandare le truppe e il primo ministro è contrario, allora non si manderanno truppe in Ucraina. […]

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Con Jordan Bardella premier la Francia non invierà truppe in Ucraina e dirà no all’utilizzo delle proprie armi per colpire obiettivi in territorio russo: a chiarirlo è stata Marine Le Pen in un’intervista alla Cnn. “Se Emmanuel Macron vuole mandare le truppe e il primo ministro è contrario, allora non si manderanno truppe in Ucraina. Il premier ha la parola finale”, ha chiarito la leader del Rassemblement National, aggiungendo che sarà revocato il permesso a Kiev di utilizzare missili a lungo raggio francesi per colpire obiettivi in territorio russo. Le Pen, quindi, ha dichiarato che la sua unica “linea rossa” sull’Ucraina è impedire che la Francia diventi un “co-belligerante”.

Al via il voto per il secondo turno nei territori d’oltremare

Domani gli elettori sono chiamati a esprimersi per il ballottaggio. Intanto, si stanno già recando alle urne i francesi d’oltremare: le votazioni sono iniziate sabato al largo delle coste canadesi nel territorio di Saint-Pierre-et-Miquelon, nell’Atlantico settentrionale, e a seguire nei territori francesi dei Caraibi, del Pacifico meridionale e dell’Oceano Indiano. A Saint-Pierre-et-Miquelon, dove c’è un unico collegio elettorale, la sfida è a due fra un esponente di destra e un socialista. In totale sono 501 i seggi ancora da decidere tramite il ballottaggio, mentre settantasei deputati sono già stati eletti tra cui 39 rappresentanti di Rn e dei suoi alleati. Sono invece 224 i candidati che si sono ritirati dopo essere arrivati terzo, 130 del Nouveau Front populaire (Nfp) di sinistra e 82 del partito Ensemble del presidente francese Emmanuel Macron, con l’obiettivo di cercare di impedire la vittoria del Rassemblement National.

La mappa delle sfide: 409 duelli, un ballottaggio su cinque sarà triangolare

Quasi un quinto saranno sfide a tre, i cosiddetti triangolari, mentre ben 409 seggi saranno decisi in una sfida uno contro uno. Conti alla mano, al primo turno un elettore su tre ha votato per Rn alleato con i repubblicani. Al secondo posto, al 28%, si è collocata l’alleanza di sinistra Nfp. Al terzo posto gli alleati di Macron con il 21% dei voti. Ma il sistema elettorale francese distribuisce i 577 deputati in collegi uninominali, per cui le percentuali di voti non si traducono necessariamente in un numero equivalente di seggi in termini proporzionali. Giocando su questo meccanismo il fronte anti Rassemblement National ha puntato a ricreare, anche in queste elezioni, un “cordone sanitario” contro la destra, per cercare di impedire che il leader di Rn Jordan Bardella ottenga quella maggioranza assoluta senza la quale, ha dichiarato, non guiderà il governo. A urne chiuse, la notte del primo turno, Macron aveva da subito auspicato ”una grande concentrazione democratica”.

La nuova legislatura si apre il 18 luglio

L’avvio della nuova legislatura è previsto per il 18 luglio, giorno in cui si svolgerà la prima sessione plenaria della nuova Assemblea e sarà eletto, a scrutinio segreto, il nuovo presidente del Parlamento. Lo stesso giorno dovranno essere presentate le dichiarazioni politiche dei gruppi, la loro composizione e il nome del loro presidente. Sabato 20 luglio le commissioni si riuniranno per la prima volta ed eleggeranno i propri presidenti. I lavori proseguiranno per ”un periodo di 15 giorni” dalla costituzione dell’Assemblea nazionale, come prevede l’articolo 12 della Costituzione. Si tratterebbe quindi di un cambio di programma rispetto a quello che prevedeva la sospensione dei lavori parlamentari il 12 luglio in vista dei Giochi Olimpici di Parigi, che inizieranno il 26. Se la destra non avrà la maggioranza assoluta, la Camera dovrà trovare nuovi equilibri. Macron ha chiarito che, al di là dell’esito del voto, non si dimetterà e inizierà quindi un periodo di ‘coabitazione’ che durerà almeno un anno insieme a un governo di coalizione, nel migliore dei casi. La Costituzione francese stabilisce, all’articolo 12, che non ci possa essere un nuovo scioglimento del Parlamento in un anno e l’Eliseo ha chiarito che Macron non intende ricorrere all’articolo 16 che prevede l’assunzione di poteri eccezionali per evitare un vuoto di potere.

 

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