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Amici, città e sport si fermano per ricordare Mattia Beltrame, da definire la data dei funerali

MANIAGO. Due comunità in lutto per la morte di Mattia Beltrame, 28 anni, deceduto precipitando in un dirupo durante un’escursione in montagna, tra le province di Pordenone e Belluno: Maniago, dove Mattia risiedeva, e la vicina Frisanco, di dov’era originario, faticano ancora a credere di avere perso per sempre il sorriso di uno dei loro giovani più brillanti. E ora attendono di potergli dare l’ultimo saluto.

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Saranno stabilite lunedì 8 luglio le date delle esequie, cui la procura di Belluno – competente sul territorio di Tambre, dov’è stato rinvenuta la salma – ha già dato il nulla osta.

I funerali potrebbero essere “spezzati”: il rosario a Maniago e la cerimonia funebre a Frisanco, o viceversa. Beltrame era originario della Val Colvera da parte di madre e di padre e non è escluso che proprio qui, dove si trova anche una tomba di famiglia, possa essere sepolto. Spetterà ovviamente ai suoi parenti più stretti ogni decisione al riguardo.

Mattia lascia papà Antonino, mamma Manuela e quattro fratelli, Elia, Barbara, Alberto e Gianluca. E lascia molti amici e compagni di sport. Geometra di professione nello studio tecnico di famiglia, amava la kickboxing, l’arrampicata sportiva e la pallacanestro.

La Vis Spilimbergo Basket ieri sui social gli ha tributato un saluto. Sabato, prima del torneo Paesan alla Casa della gioventù, come nel corso di tutti gli eventi maniaghesi, è stato osservato un minuto di raccoglimento. Dopo la partita gli amici di Mattia hanno rinunciato ai festeggiamenti, preferendo rimanere insieme semplicemente per ricordarlo, tra aneddoti e lacrime.

Dopo quello di Maniago, anche il sindaco di Frisanco, Sandro Rovedo, molto legato alla famiglia Beltrame, ha voluto esprimere pubblicamente il cordoglio della Val Colvera.

Mattia era partito da solo venerdì mattina per un’escursione in giornata, con l’obiettivo di recuperare dell’attrezzatura da scalata, ma non era più rincasato.

Il suo corpo privo di vita è stato ritrovato, a quota 1.800 metri, sotto il Cimon di Palantina all’alba di sabato.

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