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Sinner e Paolini volano ai quarti a Wimbledon (Cocchi, Bertellino, Piccardi, Rossi, Semeraro)

Jannik show (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

E ancora una volta, quando c’è di mezzo Jannik Sinner, si fa un passo nella storia. Battendo Ben Shelton in un match che soltanto lui è riuscito a far apparire semplice, salvo qualche intoppo nel finale, ha raggiunto ai quarti di finale Jasmine Paolini. Non era mai successo, a Wimbledon, che l’Italia portasse due giocatori nei quarti dei due tabelloni. E oggi, con Lorenzo Musetti impegnato contro il lucky loser Perricard, potremmo arrivare a quota tre, come accaduto solo al Roland Garros del 1948 […]. A partire dal nostro numero 1, che poi è il numero 1 di tutti, visto che comanda la classifica mondiale dall’alto. Sinner che ha superato al secondo turno la prova del fuoco contro Matteo Berrettini, in un derby tecnicamente, fisicamente ed emotivamente pesante, è arrivato preparato alla sfida-Shelton. Lo statunitense […] era una delle mine vaganti del torneo. Con i suoi servizi è riuscito a cavarsi dai guai in più occasioni e, nonostante i tre match precedenti conquistati al quinto, era molto carico alla vigilia: «Non sono stanco, sono pronto alla battaglia», diceva dopo aver domato Denis Shapovalov […]. Consapevole di essere stato tra i pochissimi ad aver superato il nuovo re del tennis, è sceso in campo con l’attesa spavalderia. La stessa che ha fatto infuriare in passato Novak Djokovic. Ben è pur sempre il ragazzo che appendeva in faccia la cornetta al rivale dopo la vittoria, ma stavolta è stato lui a trovare il telefono spento. Che sfida Sinner, che al terzo turno ci aveva messo un’ora e mezza a mandare a casa Miomir Kecmanovic, talento serbo Next Gen mai davvero sbocciato, con Shelton è rimasto in campo una manciata di minuti oltre le due ore. Ha risparmiato energie preziose nella corsa verso i quarti che lo vedrà, di nuovo, contro Danil Medvedev. La battaglia al servizio contro il numero 14 al mondo è stata quasi pari, se non negli ace in cui è stato quasi doppiato (7-15) dal bombardiere Ben. Jannik ha messo in campo il 70 per cento di prime palle, poco meno del 72% di Shelton, ma i punti realizzati con la prima di servizio sono stati il 76% contro il 70 dell’americano. I primi due set sono filati via abbastanza lisci, sotto il tetto del Campo 1. […] I pericoli, però, si annidavano nel terzo. Quando tutto sembrava perduto, Shelton ha preso a essere più preciso, sia al servizio che tatticamente, approfittando di un momento di appannamento di Sinner. È stato l’americano, infatti a mettere la testa avanti per primo, allungando fino al 3-0. Ma Jannik se ne stava in agguato e infatti, alla prima crepa nelle certezze alla battuta di Ben, ha infilato il controbreak per la gioia di tutto il team. Vagnozzi e Cahill sono saltati in piedi, Anna Kalinskaya ha applaudito con entusiasmo, Jannik ha sbocconcellato una barretta e poi, nonostante un lieve pericolo sul 30-30, ha sigillato il 4-4. Non soddisfatto, sul 5-4 ha segnato un punto-show Tweener d’istinto puro seguito da un dritto vincente e pubblico impazzito. Il «maestro dell’under pressure» si è dimostrato tale anche nel tie-break, con il rischio sfiorato 4 volte di andare al quarto set. Jannik, che già ne aveva vinti tre contro Matteo Berrettini, ha portato a casa anche quello, delicatissimo e chiuso al secondo match point. […] Ora Sinner ha raggiunto un altro campo base, la vetta è più vicina, ma la strada si fa più ripida. Per fortuna, lui, tra le cime, è nato.

Ancora storica Jasmine. Stavolta senza il sorriso (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Nei quarti di finale a Wimbledon. Un’altra tappa storica conquistata con merito e stavolta un pizzico di fortuna. Jasmine Paolini non si ferma mai. Negli ottavi era opposta a Madison Keys, americana di provata esperienza e qualità che in classifica mondiale nel 2016 è stata n. 7. E si sapeva che sarebbe stata una partita difficile perché Madison è una delle giocatrici che tirano più forte nel circuito e cerca il punto da ogni posizione del campo, a partire ovviamente dal servizio. Jasmine era consapevole della forza della rivale e del fatto, tattico e tecnico, che non avrebbe dovuto falsi aggredire. Così è stata lei a provare e trovare nel set iniziale l’effetto sorpresa. Con i suoi 163 centimetri si è fatta grande grande e al “pronti via” è scattata dai blocchi con un 4-0 importante […]. La Keys ha reagito recuperando un break (4-2 Paolini) ma l’azzurra ha tenuto, centrando il primo set al nono gioco. Nel secondo la 29enne americana, che a Wimbledon ha raggiunto due volte i quarti […], ha fatto in fotocopia quanto prodotto da Jasmine nel primo set. Ha alzato ancor più il ritmo, ridotto gli errori e si è issata sul 5-1. Ma la 28enne di Bagni di Luca è speciale e ha risorse infinite non soltanto nel gioco, quando il set sembrava concluso ha superato il momento di confusione e riagganciato l’avversaria. Il set si è deciso al tie-break e in questo caso è stata Madison […] a giocare meglio i punti importanti e a vincerlo. […] Nella terza frazione l’azzurra è stata costretta a rincorrere ancora e dal 2-5 si è portata sul 4-5 ma con break da recuperare. Sull’ultimo punto del nono gioco, vinto da Jasmine, la statunitense si è però infortunata. Movimento improvviso e stiramento all’interno coscia. Ha chiesto il medical tiene-out, usufruendo del trattamento fuori dal campo ed è rientrata dopo circa otto minuti complessivi con una evidente fasciatura e una altrettanto visibile zoppia. Ha provato a servite per chiudere ma non è riuscita a farlo, ferma negli spostamenti e sofferente il pianto le ha solcato il viso quando ha capito che non ce l’avrebbe fatta a proseguire e dopo aver ceduto la battuta si è ritirata sul 5-5 15-15. Jasmine e il pubblico hanno salutato con un grande applauso l’uscita dal campo numero 1 di Madison, poi la toscana ha raccontato le sue emozioni senza la solita gioia, almeno nelle prime battute: «Non è mai bello vincere così e sono triste per lei. Spero comunque che vi siate divertiti ad assistere al match. Partita molto difficile. Nel secondo set ci sono stati alcuni momenti in cui non sono riuscita a colpire bene la palla nonostante fossi concentrata. Lei è un grande campionessa che ha messo sul terreno un gran tennis con colpi rapidi e pesanti. Una partita di molti up and down […]. Sono rimasta nel confronto anche quando lei ha preso il largo, nel secondo e terzo set, perché nel nostro sport non si sa mai. Ringrazio il pubblico per il sostegno, compresi i tanti italiani presenti. Giocare su questo campo è bellissimo e sono infinite le sensazioni che si provano. Mi diverto sempre». La sua avventura sull’erba più nobile del circuito continua, anche in doppio. Domani Jasmine tornerà in campo nel singolare, per la prima volta nei quarti a Wimbledon, sul centrale contro la miliardaria (il papa Ben è un magnate) Emma Navarro. […]

Le magie di Sinner (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Dopo due set spesi a lanciare petardi che gli sono scoppiati tra le stringhe (6-2, 6-4 Sinner), Ben Shelton mette finalmente il naso avanti. 5-4, 30-40. Servizio di Jannik ad uscire, gancio mancino profondissimo di Ben, e lì il mago di Sesto Pusteria […] inventa: apre il compasso, produce un tweener […] di dritto che costringe l’avversario alla discesa a rete; lo passa con un dritto incrociato. Ma non è finita qui. Punta gli occhi verso il suo box, manda un bacio. […] Se fosse per una scommessa vinta con i coach o per Anna Kalinskaya, la girlfriend russa che a Wimbledon non si era mai spinta così avanti in tabellone, poco importa. Un Sinner leggero, capace di improvvisazioni sul piano tattico di un ottavo cui Shelton ha dato un generoso contributo (37 errori non forzati, quattro sui quattro set point sprecati nel terzo set, chiuso a 9 al tie break), agguanta i quarti in Church Road per il terzo anno consecutivo e la notizia è che non è solo. Jasmine Paolini approfitta del ritiro per infortunio di Madison Keys per vincere un match che si era abbondantemente guadagnata e oggi alla compagnia dei celestini si potrebbe aggiungere Lorenzo Musetti, impegnato a scalare i 2,03 di Giovanni Mpetshi Perricard, la nouvelle vague francese che avanza. […] «È un momento ottimo, ci trainiamo l’uno con l’altro, il tennis italiano è in buone mani». Quelle grandi di Jannik Sinner […] raccolgono tra i fili d’erba un’altra sfida con Daniil Medvedev, il confronto che in poco tempo è diventato un piccolo classico. Reduce da sei sconfitte di fila, l’anno scorso in Cina il numero uno del mondo aveva indirizzato il destino verso l’Italia: da allora cinque vittorie con l’uomo di Mosca (Pechino, Vienna, Torino, Melbourne, Miami), che ritroverà domani per un posto in semifinale. È inutile chiedere a Jannik se essersi impadronito dell’inerzia con Medvedev fa di lui automaticamente il favorito, ti risponde che ogni partita ha storia a sé, che di undici confronti diretti questo sarà il primo sul verde. E nemmeno conta che qui a Londra il barone rosso si sia annesso tutti e quattro i tie break giocati […]: «A queste cose non penso, ad Halle era successo l’opposto. Io da Daniil mi aspetto una reazione: farà quello che avevo fatto io per tirarmi fuori da quella striscia negativa». È impossibile non considerare Sinner avvantaggiato, per il quarto di finale e il torneo, ieri Carlos Alcaraz ha perso un altro set con il francese Humbert, Djokovic […] continua a dire che il ginocchio è lontano dall’essere a posto […], attenzione alla flessione nel terzo set (ceduto a Hanfmann e Berrettini, ben gestito con Shelton) ma il giorno di riposo, al netto del favore da spettatore da restituire ad Anna che affronta Rybakina in un match chiuso dal pronostico, servirà anche a riposare il corpo e registrare certe sbavature. Con le sue tradizioni centenarie, le regole non scritte, la garanzia da testa di serie n.1 di giocare sempre sotto un tetto in questo inverno londinese […]. Wimbledon è una coccola per Sinner in love, rilassato nella sua nuova routine più elastica, non più aggrappato a riti che ormai non gli servono più. Ieri si è divertito («Ma non credo che tenterò altri tweener, non sono quel tipo di giocatore: è stata pura fortuna!»), ha svelato una curiosità da visconte dimezzato («A calcio palleggio con il piede sinistro ma dalla vita in su sono destro. […]) si distrae con le partite dell’Europeo e la Playstation, cerca di rimanere nel presente perché è inutile guardare oltre Medvedev. Mai chiedere a Sinner di affrontare un problema di domani, prima di aver risolto i rebus di oggi. Non c’è motivo di preoccuparsi. Funziona la risposta, migliorano le statistiche al servizio […], si conferma il trend di crescita di Jannik negli Slam. Lui continua ad andare in giro con il cappuccio tirato sulla testa, poi basta un riccetto rosso sfuggito dalla felpa e apriti cielo. È chiaro: Wimbledon vuole Sinner.

Sinner, la leggerezza del giocoliere. «Il pubblico vuole divertirsi» (Paolo Rossi, la Repubblica)

Un colpo da circo, un tweener in avanti. L’ultima trovata di Jannik Sinner per togliersi dai guai e strappare l’applauso del pubblico. L’avversario, Ben Shelton, gli aveva risposto in modo così rapido e profondo che Sinner si è ritrovato la palla in mezzo alle gambe, senza più tempo per muoversi: istintivo il gesto di posizionare la racchetta, semplicemente ribattendo. La mossa ha funzionato. «Sono stato fortunato, ma non è questo che vogliamo, in fondo? Divertirci, e sorridere… non pensiate, però, di vederne tanti altri da parte mia». Un colpo così toglie le ansie («nel terzo set ho sentito la sua pressione, ho dovuto annullare un set point, prima del tie-break») e accende la luce […]. «Sono contento di come ho gestito la situazione, felice di come abbia risposto. Sì, penso che questa sia stata sicuramente una delle chiavi del match». C’è un altro aspetto, non trascurabile, che accade durante le partite: nei momenti difficili […] Sinner alza il livello. […] «Non so dire. Mi sento così nei momenti importanti di ogni partita, in ogni incontro: in generale cerco di impegnarmi al massimo. Mi sembra che questo possa fare la differenza. Ovviamente ci vuole coraggio per pensare certi colpi. Mi sto spingendo a farlo. A volte puoi sbagliare, a volte prendi la decisione giusta. Ecco, questo è stato uno dei punti chiave finora qui a Wimbledon, poi vedremo cosa succederà ora». L’adesso che lo attende è […] il quarto di finale domani contro Daniil Medvedev, e poi la possibile semifinale contro Carlos Alcaraz e l’auspicio della finale contro Novak Djokovic. «Non ci penso proprio. Io mi focalizzo su un match alla volta, il prossimo. Sarà una partita dura contro Medvedev, ci siamo anche allenati insieme: mi aspetto che lui cambi qualcosa, ne parlerò con il team». […] Medvedev ieri ha approfittato del ritiro di Dimitrov, scivolato dolorosamente sull’erba. E nell’ego di Alcaraz qualche dubbio si sta infilando, lo ha ribadito anche il francese Humbert. Per non parlare di Djokovic, per nulla convincente fino a qui. Anche il tempo supporta Sinner: giocando 4 partite è rimasto in campo 9 ore e 24 minuti. Alcaraz 9 ore e 58. Djokovic, con un match in meno, 7 ore e 58. Solo Medvedev, grazie al ritiro di Dimitrov, 8 ore e 10. Dettagli, sfumature. Discussione per addetti ai lavori, come quello sui tie-break. Anche qui, troppo umile, Jannik respinge la patente di specialista: «Cosa devo dire, per me è importante come ci arrivi al tie-break, e contro Shelton ero io quello in difficoltà, e anche per questo sono contento. Ma se andiamo a vedere, al torneo di Halle ne avevo ceduti tre, prima dei successivi a mio favore. E non è che contro Shelton ho pensato `ho vinto gli altri, è mio automaticamente’. Dipende tutto dal momentum». Questa è la sua vera forza, la modestia fino alla fine. Dopo c’è solo fame e desiderio.

Quarti di nobiltà (Stefano Semeraro, La Stampa)

Improvvisamente, siamo diventati nobili anche nel tennis. Due giocatori nei quarti nella stessa edizione dei Championships, uno nel maschile e uno nel femminile, non eravamo mai riusciti a piazzarli, dà le vertigini pensare che oggi potrebbero diventare addirittura tre se Lorenzo Musetti la sfangherà contro i servizi tuonanti di Giovanni Mpetchi-Perricard e si aggiungerà a Jannik Sinner e Jasmine Paolini. Un’accoppiata del genere era capitata altre otto volte, ma solo al Roland Garros […]. Nel Tempio è un fatto inedito, emozionante, quasi sconcertante. I ‘last eight’, sono il recinto esclusivo degli Slam, l’Italia ci entra giusto per la centesima volta (55 nel maschile, 45 nel femminile), Jannik da solo è a quota 8 e insegue Pietrangeli che ne ha giocati 10. Nessuno però ne aveva mai infilati tre, e consecutivi, a Church Road. Jasmine invece è la sesta italiana a fare l’impresa qui […]. J&J, nell’ennesima giornata di pioggia di questi Championships simil novembrini hanno monopolizzato il campo n.l, Jasmine ha giocato un match strepitoso contro Madison Keys […]. Jas avrebbe forse potuto chiudere in due, nel terzo è andata sotto 5-2 ma come nel primo (da 5-1), ha rimontato con la solita grinta […]. Sul 5-3 crac, Madison si è infortunata al ginocchio: ha tentato di resistere dopo l’intervento del fisio, ma è stata costretta a uscire in lacrime. Domani affronterà la Navarro che ha sorpreso Coco Gauff. «Non mi ero accorta che si era fatta male, che brutto vederla uscire così dal campo – dice Jasmine – io stavo cercando di lottare punto su punto perché sull’erba non sai mai cosa può succedere». Le altre 5 azzurre si sono fermate ai quarti, lei può sperare di procedere oltre. Del resto è la finalista di Parigi, la numero 6 del mondo […]. «Jasmine sta vivendo una grande stagione, Matteo sta tornando e oggi anche Lorenzo può raggiungere i quarti: sarebbe bellissimo essere in tre», sorride Jannik Sinner che in tre set […] ha respinto negli Usa Ben Shelton e le sue prime di servizio. «Il tennis italiano è in ottime mani, ma attenzione che sull’erba tutto può cambiare velocemente». A Shelton, che nel terzo era avanti un break, ha annullato quattro set point e mostrato plasticamente che la potenza è nulla, senza controllo. Si è anche concesso un colpo spettacolare sotto le gambe e rivelato che è destro a tennis ma mancino a calcio […], domani affronterà la sua ex Bestia Nera Danil Medvedev che ha approfittato del ritiro di Dimitrov. «Mi aspetto che dopo 5 sconfitte s’inventi qualcosa di nuovo. La Finale? Inutile pensarci già ora». Ma forse, inevitabile.

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