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Bimbi e obbligo vaccinale, la Lega in Veneto è divisa: «No alla confusione nei genitori»

La proposta della Lega di cancellare la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale per i bambini riaccende la contrapposizione tra scienza e teorie Novax. In questo contesto riemergono vecchie contrapposizioni nella politica regionale ma anche uno scontro tutto interno alla Lega.

Alberto Villanova, per esempio, che ricopre il ruolo di capogruppo leghista in consiglio regionale, non si nasconde. «Vista la mia formazione non posso essere d’accordo con questa proposta», dice senza timore. «Il morbillo miete ancora oggi, nel 2024, migliaia di vittime tra i bambini nel mondo, non è il caso di abbassare la guardia, né di generare confusione tra i genitori». Villanova è un dentista, ha una formazione scientifica, quindi la sua posizione è sempre chiara sulla materia. Ma non è l’unico a pensarla così nel suo partito e, in questo senso, c’è un nuovo disallineamento con la posizione di Salvini e Borghi.

Tuttavia, c’è un precedente che il Covid ha cancellato dalla memoria collettiva. Nel 2017 la Regione Veneto impugnò davanti alla Corte costituzionale il decreto legge sull’obbligo vaccinale a scuola. E fu l’allora giudice costituzionale Marta Cartabia, a scrivere la sentenza (numero 5 del 2018) con la quale fu respinto il ricorso del Veneto.

«La Regione Veneto da un lato dice di non voler mettere in discussione i vaccini, dall’altro poi si diffonde in valutazioni medico scientifiche che si traducono in un tipo di critica che finisce per investire non solo l’obbligo vaccinale, ma anche i vaccini in sé per sé», scrisse Cartabia.

La pandemia ha scritto un nuovo corso e la Regione Veneto si è distinta per le posizioni a favore della scienza e della campagna vaccinale. Ma adesso torna l’argomento divisivo dell’obbligo vaccinale previsto dalla legge Lorenzin e quindi bisognerà vedere quale sarà la posizione del presidente Luca Zaia.

Nel frattempo ci pensa il Pd veneto a tirare le prime bordate. «La proposta dell’esponente leghista Borghi di eliminare l’obbligatorietà vaccinale in età pediatrica risponde esclusivamente a logiche Novax e mette seriamente a rischio la salute dei bambini», attacca Vanessa Camani, capogruppo dem in consiglio regionale.

«Le motivazioni del parlamentare possono essere facilmente smentite nella nostra regione, unica ad adottare nel 2007 una legge di sospensione dell’obbligo vaccinale. Ebbene, dall’analisi dettagliata dei dati sulle coperture vaccinali in Veneto dal 2007 al 2017, si deduce che questo provvedimento fa calare la copertura. In Veneto nel 2007 risultava infatti coperto il 97,6% dei bambini. Dopo soli cinque anni dalla cancellazione del divieto, la percentuale era scesa sotto la soglia di sicurezza, poco sopra il 91%».

A livello nazionale va registrato il botta e risposta sui social fra Maurizio Lupi e Claudio Borghi. «Lo stop all’obbligo vaccinale per i bambini è una sciocchezza scientifica», ha scritto Lupi, il leader di “Noi moderati”. «Ed è da irresponsabili da un punto di vista politico. La salute dei bambini non può essere messa in discussione per un pugno di voti o per rincorrere i Novax».

La risposta di Borghi: «Caro Maurizio, secondo te tutti i paesi europei in cui l’obbligo non c’è (dalla Germania alla Spagna) vivono nella sciocchezza antiscientifiche e sono irresponsabili?».

Da Roma filtra però una notizia. A quanto si apprende da fonti parlamentari, l’emendamento verrà dichiarato inammissibile per estraneità di materia: martedì mattina si riunirà la commissione Affari sociali del Senato, che sta esaminando il decreto.

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