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I malati cronici sono oltre 200mila in provincia di Pavia, progetto rete di cure personalizzate

PAVIA. Il giusto percorso di cura per i malati cronici, che in provincia di Pavia sono oltre 207mila (il 38% degli abitanti) non è necessariamente l’ospedale, ossia il Pronto soccorso in caso di emergenza e soprattutto i reparti di Medicina se si devono somministrare cure cicliche. Può servire anche altro: la telemedicina ad esempio, o la fisioterapia. Ma per far questo occorre conoscere i bisogni dei singoli pazienti e organizzare un team di medici e infermieri che se ne faccia carico.

È questo il messaggio che sta dietro al progetto firmato da Asst Pavia, su ispirazione regionale. Se ne sta occupando il direttore socio sanitario Giancarlo Iannello, il quale, in questi giorni ha ricevuto l’incarico di direttore ad interim del Dipartimento funzionale di Cure primarie e di Prevenzione. Sta a lui creare la piattaforma che metta in collegamento medici e malati cronici a cui destinare cure ad hoc. “Entro luglio condivideremo la procedura con il maggior numero di ospedali – assicura Iannello –. Entro fine anno dovrebbe andare a regime”.

Malati cronici in rete

I malati cronici in provincia di Pavia sono 207.437. Tanti per poter garantire loro di essere seguiti con sistematicità; troppi per evitare che congestionino le strutture sanitarie. «Il nostro progetto rappresenta un’opportunità per facilitare i rapporti tra specialisti e cure primarie, avendo bene in mente il benessere dei pazienti – spiega Iannello –. Partiamo dal principio che medici di famiglia, pediatri e medici di continuità assistenziale (guardie mediche) sono passati da Ats ad Asst, quindi sotto il nostro controllo. Così tutto fa capo a un’unica azienda e sarà più facile identificare i bisogni dei malati per arrivare alla cura migliore». E qui entra in gioco la telemedicina.

La telemedicina

«Proprio la telemedicina, attraverso il teleconsulto, deve darci una mano a favorire e a contenere i disagi per gli anziani – prosegue Iannello –. Lo specialista diventerà consulente del medico di base e del pediatra. Questo farà parte di un disegno generale in cui metteremo tutto quello che può favorire il gravoso lavoro dei medici di famiglia».

Le centrali operative

Tradotto in concreto, le Case comunità collegate con i medici di famiglia della provincia di Pavia, gli Ospedali di comunità e le Cot (Centrali operative territoriali) faranno parte di un disegno unico. «Quando saremo a regime la Centrale operativa avrà il compito di raccordarsi con tutti. In pratica, il paziente coinvolge il medico di base, il quale allerta l’ospedale, che a sua volta interessa il reparto per il ricovero. A quel punto la centrale riceverà le richieste dai medici e armonizzerà la soluzione migliore: il paziente dimesso dall’ospedale perché ha terminato la fase acuta, magari avrà bisogno di cure intermedie o del ricovero in una Rsa».

Al centro della piattaforma ci sarà dunque il medico di medicina generale. «Dobbiamo facilitare e migliorare la fruibilità di questo progetto - sottolinea Iannello –. Faremo incontri nei cinque distretti territoriali per confrontarci con medici di medicina generale e specialisti. Ed entro fine anno faremo insieme un piano di programmazione. Dobbiamo rendere fruibili nelle case di comunità i servizi a cui il medico di base invia i pazienti e poi far dialogare tutti con la farmacia dei servizi. I direttori di distretto devono facilitare l’integrazione». Ma non solo. «Dovremo occuparci anche dei cittadini sani, fare prevenzione – conclude Iannello –. Abbiamo iniziato con gli ospedali dell’Oltrepo, ma entro luglio condivideremo la procedura con il maggior numero di ospedali perché vada a regime a fine anno».

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