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Poste Italiane blocca all’ultimo momento le ferie estive ai dipendenti

PAVIA. La comunicazione è arrivata proprio a ridosso dell’inizio delle ferie estive, creando malumori e problemi ai tanti dipendenti interessati, che avevano già programmato da tempo le vacanze. Non è la prima volta che Poste blocca all’ultimo le ferie programmate dei propri dipendenti, e chiede di modificarle, appellandosi a un passaggio dell’accordo nazionale in base al quale l’azienda può rilasciare «almeno 15 gg prima dell’inizio del trimestre di competenza l’autorizzazione alla fruizione delle ferie del periodo interessato. Se per esigenze di servizio o per esigenze personali del lavoratore il periodo previsto non potesse essere autorizzato da parte aziendale o confermato da parte del lavoratore, questo potrà essere riprogrammato nel trimestre successivo».

Come già capitato in passato, a tanti degli oltre 800 dipendenti in provincia Poste italiane ha chiesto di spostare o cancellare le ferie. Ai sindacati, ciascuno per i suoi tesserati, è toccato incontrare la direzione provinciale per esaminare i casi e trovare una soluzione, che ovviamente non può aver accontentato tutti. «Alla base di tutto c’è ancora una volta la carenza di personale, soprattutto agli sportelli, che non si riesce a colmare nonostante le nuove assunzioni visto che l’età media è alta e ci sono parecchi pensionamenti», dice Matteo Zucca, segretario provinciale della Slp Cisl, sindacato largamente maggioritario alle Poste. La situazione negli uffici resta di perenne emergenza, con dipendenti costretti a spostarsi anche ogni giorno da uno sportello all’altro per coprire i buchi nell’organico. Oltre a questo, ai dipendenti viene chiesto di indicare già entro gennaio il piano ferie per l’intero anno, che deve «prevedere – recita l’accordo – la fruizione di almeno cinque giorni lavorativi di ferie entro il 5 maggio di ciascun anno, di almeno due settimane lavorative di ferie dal 15 giugno al 15 settembre di ogni anno e della spettanza residua entro la fine dell’anno di riferimento». «Questo significa quindi che al di là ovviamente esigenze che si manifestano all’ultimo, l’azienda già a gennaio ha il quadro generale e può valutare eventuali sovrapposizioni di ferie tra dipendenti – dice Zucca – e se è vero che l’accordo gli dà la possibilità di confermare o meno le ferie fino a 15 giorni prima del trimestre successivo, è chiaro che dovrebbe prevalere la regola del buon senso, evitando di congelare all’ultimo momento le ferie, con relativa richiesta di modifica. Dalla nuova responsabile provinciale di Poste abbiamo comunque ottenuto che quello che è successo non si ripeterà. —

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