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Calcio Padova, basta silenzi: la dirigenza si confronti con gli ultras

C’è già una certezza di base da cui partire nell’analisi di prospettive e obiettivi della nuova stagione agonistica del Padova in Serie C: la profonda spaccatura creatasi fra ultras, club e amministrazione comunale.

Un muro contro muro che il sindaco Sergio Giordani ha cercato di scalfire, almeno in parte, con un’intervista ai media in cui sostanzialmente ha invitato la frangia più “calda” del tifo a ripensarci e tornare allo stadio in occasione delle partite casalinghe.

A giudicare dalla reazione sui social, non è che le sue parole abbiano fatto breccia, anzi hanno alimentato più l’ironia e le (ulteriori) polemiche che favorito una possibile retromarcia, per cui lo status quo non sembra passibile di modifiche di fondo imminenti.

Se almeno la nuova curva Sud venisse completata in tempi certi – il primo cittadino, facendo il punto su gara d’appalto, assegnazione dei lavori e cantiere in funzione non ha potuto esimersi dall’indicare nell’inizio del campionato 2025/26 la data della possibile apertura – la tensione e l’amarezza potrebbero stemperarsi, ma in questo quadro di grande incertezza non c’è nulla che possa ricomporre la frattura, con l’amministrazione comunale che ha le mani legate e non può andare oltre agli appelli.

Si è mosso Giordani, è in posizione attendista la società di viale Rocco. E questo francamente lascia ancora più perplessi. Perché oltre al comunicato della presa d’atto della decisione degli ultras di non sottoscrivere abbonamenti (in ciò seguiti da diversi club e singoli appassionati), e all’ingaggio di Alberto Spagnoli, ottimo attaccante svincolatosi dall’Ancona, e di Michele Voltan, tornato come Mattia Fortin all’ovile, non è sinora andata oltre, confermando gran parte della rosa della stagione appena trascorsa, depurata di chi era in scadenza di contratto come Donnarumma, Zanellati, Radrezza e Dezi.

Dovrebbe proporsi in maniera diversa, la dirigenza, uscire dal silenzio e chiedere un confronto con i ragazzi della Fattori per giungere almeno ad una... tregua: così, invece, si continuerà a restare lontani dall’auspicata unità d’intenti, invocata anche da Giordani.

Molto dipenderà dalle direttive impartite dal finanziere Joseph Oughourlian, proprietario del 70% delle azioni: sinché non rientrerà dei soldi spesi in questi 5 anni di gestione – oltre 22 milioni, ne ha recuperati la metà – ci sentirà poco dall’idea di allargare i cordoni della borsa.

Ma qualcosa dovrà pur fare perché intanto a Vicenza Renzo Rosso ha annunciato di avere pronto un budget di 13 milioni per provare a vincere. Domanda: ma perché i padovani – è nato a Brugine – devono investire sempre altrove e non credere mai nel Biancoscudo? Mistero...

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